DALLA CHIESA, PRETENDONO IL SILENZIO

 

Quantunque la Chiesa non abbia autorità di intervenire all'ospizio IRAM di Lecco, responsabilità c'è.  I dirigenti dell'IRAM hanno dato ordini di silenzio e di menzogna agli impiegati, come pure alle Suore di Carità.  È questo accettabile?  Può la Chiesa tollerare che un laico dia alle suore di un benemerito ordine religioso, l'ordine di non vedere, di non sentir nulla, di astenersi dall'osservare un crimine scandaloso che si svolge nell'edificio stesso?  L'edificio dove le Suore di Carità hanno prestato assistenza spirituale fin dal 1899?  

 

Ordini di silenzio.  Befehl ist Befehl?  Ordini sono ordini?  Non è la prima volta che le forze del male siano riuscite a metter piede in un istituto cattolico; ora si presenta l'opportunità di contrastarle.  Quel "Verrà un giorno" di Padre Cristoforo, bisognerebbe udirlo a Lecco.  Lo aveva auspicato il Prevosto di Lecco, Mons. Davide Milani, dicendo: "Cercherò di essere meno don Abbondio e più padre Cristoforo." 

 

Non giova alla Chiesa, tale legame di tolleranza e silenzio verso l'associazione a delinquere che ha mandato i Carabinieri dal Prof. Gilardi, pretendendo falsamente che si comportava in maniera strana.  Con quel trucco, lo fecero sparire in un manicomio, negato posta e telefono.  Poi lo dichiararono sano di mente, ma condannato all'ergastolo nella sezione ospizio dell'IRAM.  

 

Ora lo puniscono per la sua continua resistenza, privandolo di visite, posta, e telefono. Solo l'intervento di Sua Santità può porre termine a un atroce e prolungato sopruso, commesso a Lecco, alla luce del sole.  Che non si possa dire che la Chiesa era presente, vide un crimine in atto in una sua istituzione, e distolse lo sguardo.

 

Il Prof. Carlo Gilardi era un novantenne mobile e molto attivo, che lavorava sulla sua campagna, fino al giorno in cui divenne Prigioniero senza Nome all'IRAM.  Grazie a segnalatori di illeciti, i suoi cugini vennero a trovarlo, e le povere impiegate obbedirono all'ordine di negare che fosse lì.  Fin da novembre 2020, la direzione dell'IRAM ha negato al professore le visite di cugini e dei più vecchi amici.  Mentono ai media, i suoi padroni legali, e pretendono che lui sia soddisfatto e che non voglia veder nessuno.  Ma all'udienza tenuta all'IRAM in dicembre, come pure di fronte al Garante Nazionale delle Persone Private della Libertà, il Prof. Gilardi ha insistito sul suo diritto alla libertà; ha pure richiesto di essere trasferito al carcere, dove sa che la sua vita sarebbe meno intollerabile. 

 

L'evidenza è preponderante: i legali e periti psichiatrici mentono senza timore, e un cittadino è stato privato della sua libertà a scopo di lucro, a vantaggio dell'Istituto, dei legali, e dei tuttora innominati Mandanti.  Come disse il geometra Bonfanti, “Io sotto giuramento professionale ho detto: 'Io non lo rivelerò mai a nessuno'...  A me avevano ordinato di non menzionare dove è ricoverato.  Allegato  40) al mio esposto all Procura della Repubblica. https://carlogilardi.com/it/70-esposto-alla-procura

 

 

SIAMO REALISTI, O É QUESTA UNA FANTASIA?

 

Cosa può fare il giudice?  Certo non può liberare Carlo, ha motivi per temere quello che Carlo potrà dire e fare se fosse libero.   Ogni intervista concessa da Carlo, ogni sua visita al suo avvocato, sarebbe minaccia mortale all'autorità e alla carriera di giudici e avvocati a Lecco. 

 

Ma cosa può davvero fare il Papa?  Può telefonare a Monsignor Milani a Lecco, e dirgli di andare a trovare Carlo, di appurarsi del suo stato d'animo, e di telefonarGli dalla stanza di Carlo.  Se Carlo é mobile, il Papa potrebbe incaricare Monsignor Milani di parlare con la domestica cui Carlo aveva regalato una bellissima casa.  Lei gli aveva offerto un appartamento.  Se l'offerta é ancora valida, il Papa potrebbe visitare il Muzzi, e potrebbe uscire dal doloroso carcere con Carlo, dicendo "Andiamo a fare quattro passi."

 

Non sarebbe la prima volta che Papa Bergoglio prende iniziative per salvare uno dei suoi.  40 o 50 anni fa, Bergoglio era entrato in casa del dittatore argentino, col pretesto dell'immaginaria malattia di un altro sacerdote, per salvare la vita di un prete prigioniero del regime.  Sarebbe un evento clamoroso, che infurierebbe l'intero mondo dell'odierno liberalfascismo; d'altro canto, un tale atto darebbe grande popolarità al Papa.

 

 

Add a comment

 

 

Son già due anni, che un novantenne cattolico, seguace di San Francesco, é prigioniero all'IRAM, un ospizio cattolico a Lecco.  Col trucco di presentare ai Carabinieri due falsi in atto pubblico, fu sequestrato nell'IRAM/Psichiatria; lì rimase tre giorni, illegalmente privato dei suoi diritti sotto la Legge 13 maggio 1978, n. 180.  

 

Dichiarato sano di mente, invece di esser rilasciato con tante scuse, fu forzosamente arruolato nell'IRAM/Geriatria, con la direttiva seguente: "Il Gilardi é un residente speciale/segreto; se qualcuno viene a cercarlo, qui non si trova."

 

L'istituto cattolico IRAM é entrato in un'associazione a delinquere con un gruppo che include notabili airunesi con-giurati--avevan giurato silenzio.  Come ammesso dal geometra Bonfanti: “Io sotto giuramento professionale ho detto: 'Io non lo rivelerò mai a nessuno'...  A me avevano ordinato di non menzionare dove è ricoverato.”  Qui, contro il Prof. Gilardi, c'era un complotto , che senza dubbio riguardava al suo testamento; qui, qualcuno organizzava, qualcuno dava ordini.  Qui c’erano Mandanti.                                                                                                                                

 

Add a comment

                              

 

Sono troppo vecchio per saper fare un link, quindi il video lo vedete a https://www.youtube.com/watch?v=DVke4JobjVI

 

E bravi pure quelli di Telelombardia, l'unica pubblicazione locale che non ha paura di far serie domande su quest'incredibile caso di schiavizzazione dei vecchi.

 

Se non riusciamo a liberare questo povero ricco prigioniero della mafia locale, potremmo finire nelle loro loro grinfie.  A volte, se si è molto vecchi, amici non ci sono più.  Se la famiglia è pure morta, o, peggio, se vogliono la tua casa, arrivano avvoltoi.  

 

Ogni situazione è differente, ma le cose non sono mai state così chiare, nelle storie degli avvocati di sostegno.  Sindaco, medico, giudice, e una piccola banda criminale all'Airoldi e Muzzi, l'intero potere locale, bramoso per il denaro di questo povero ricco, che non ha mai fatto del male a nessuno.

 

E la Chiesa? Molto presente all'Istituto, permette the l'Istituto ordini alle Suore di Carità di non guardare, di non vedere, di non parlare! 

 

Pio XII diede ordini di distribuire denaro dall'America agli ebrei nascosti a Roma, nel 1944, e mio padre andava al Vaticano una

Add a comment

Il Direttore Generale dell'Airoldi Muzzi, ha lui le funzioni del Griso, il capo dei bravi di Don Rodrigo?  Forse sì, ma ciò che dobbiamo accertare è chi sia il Don Rodrigo dei giorni nostri, su quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorno.  Certo non é Giuseppe Canali, o la Dr. Barra.  Forse è il dolcissimo falso amico del povero Carlo, il Sindaco Milani, che ha fatto arrestare Carlo, o la Dr. Paganini.   

 

Ambedue vogliono Carlo morto e seppellito, perchè sanno che se Carlo esce, va dal suo avvocato, e lì finisce una carriera giudiziaria.  Quanto alla carriera politica del sindaco, quella sarebbe pure finita, anche se la mafia locale potrà ancora proteggerlo dall'accusa di falso in atto pubblico.

 

Fabrizio Ondei, corrente direttore dell'Airoldi e Muzzi, ha spiegato tutto a Mediaset: "Il signor Carlo Gilardi sta bene, legge molto, Scrive anche molto, scrive delle poesie, scrive dei messaggi, partecipa alle attività quotidiane... Diverse volte il Signor Carlo ha detto, 'Io non voglio andare a casa', e quindi questo è una manifestazione di volontà al pari di quelle in cui tutte le altre volte puo' aver detto 'io vorrei andare a casa mia.' "

 

"Chi può fargli visita?"

"Teoricamente, tutti quelli che hanno l'autorizzazione dell'amministratore sostegno..."

 

"A nessuno è stato negato di visitare?" 

"Assolutamente no, non è nel nostro costume, né nostra intenzione, non possiamo aver dato nessuna indicazione del genere."

 

"Ci si sta ancora lavorando su questo progetto [di riportare Carlo a casa ] Poi, capisco che per molti... possa essere tanto un anno, ma questo non è settore mio specificatamente.  Non posso dire quali siano effettivamente  i tempi." https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/pomeriggiocinque/il-caso-carlo-gilardi-parla-il-direttore-dellospizio_F311274601032C02

Add a comment

Il 10 ottobre, prima delle 6 del mattino, un reporter-partigiano di Carlo Gilardi è riuscito ad entrare nel doloroso carcere e ha intervistato il novantenne prigioniero.  Un beau geste questo, che ci mostra come si possano fare gran belle cose con un pò di ardimento.  Per la giustizia e la libertà, merita prendere qualche rischio, talvolta.

 

Le notizie sono migliori di quanto potessimo aspettarci, la mente di Carlo è viva.  Il Professor Carlo Gilardi, rapito e schiavizzato, forzato a produrre profitti per l'Airoldi e Muzzi e vantaggi finanziari per l'avvocatura di Lecco è ancora un uomo libero..  È sempre umile e mite, il povero professore, ma non sono riusciti a spezzargli lo spirito.  

 

Quando il reporter NN ha aperto la porta di Carlo, lui ha detto: "Buongiorno, è l'ora di alzarsi?"

 

NN allora spiegò: "Non lavoro qui, sono infiltrato, dovevo sapere come stai, tutti ne sappiamo di te, e facciamo di tutto per liberarti, anche a Strasburgo, alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo."

 

Carlo:  "Non ti vedevo bene, non vedo più bene. Ma questo è incredibile! Non lavori qui?"

Add a comment

Reverendo Monsignore,                                                                                                           16 luglio 2021

 

In giugno scrissi a Monsignor Davide Milani una lettera che già mi sembrava ingiusta, mentre la scrivevo, perché suggerivo che lui aveva l'opportunità di seguire le orme di Fra Cristoforo--il Monsignor Milani aveva lui stesso menzionato la sua speranza di poterlo fare.  A Lecco, però, agire così, e senza chiara autorità di farlo, l'avrebbe certo messo in conflitto con persone molto importanti in città; gli scrissi perché mi sembrava doveroso scrivergli per primo, e indicargli il problema.

 

Add a comment

Reverendo Monsignore,                                                                                                                           23 giugno 2021
 
Su La Provincia di Lecco leggo un articolo secondo il quale, il Prevosto di Lecco, Monsignor Davide Milani, disse:  «Torno nella mia terra ed è un onore, qui c’è una tradizione incredibile: ovvio che ho anche qualche timore... i miei amici sanno che io un anno sì ed uno no rileggo i Promessi Sposi. È un’opera in cui c’è la teologia della storia e l’epopea dell’uomo e che io amo molto. Questo è l’anno in cui lo rileggerò. Cercherò di essere meno don Abbondio e più padre Cristoforo.»
 
L'estate del 1940, i miei genitori volevano sposarsi.  Era pure urgente, c'ero io di mezzo, e mio padre non poteva venire a farsi battezzare, era al campo di concentramento.  Non era un luogo di orrore, era un campo italiano in Italia.  Mio padre era un giovane ebreo, venuto a studiare medicina in Italia, visto che in Polonia, all'università, gli ebrei non ci entravano.  Si era appena laureato in medicina, all'Università di Bologna, dove mia madre pure studiava medicina. Add a comment

Ill.mo Signor Procuratore della Repubblica,

 

Il sottoscritto Matteo BOJANOVICH, nato a Bologna il 12 gennaio 1941, residente in Trieste, via Navali n.1, espone quanto segue.

Add a comment

Grazie ad Elaine Renoire, dell'Associazione Nazionale contro l'Abuso del Sistema di Tutela, l'atrocità commessa contro il Prof. Gilardi è ora conosciuta in America, il paese dove abbiamo tollerato la creazione un sistema legale, che permette a giudici, scelti dal partito ed eletti dagli elettori, di donare vecchi e le loro case, ad amici avvocati, dottori in legge specializzati in rapina.

 

È un sistema efficiente, ma non così semplice e pratico come in Italia, dove il giudice è sovrano e onnipotente.  Ma ricordatevi che il giudice poteva permettere la rapina del Professore da parte degli avvocati, ma non poteva farlo arrestare.

 

Ecco quello che NASGA racconta del povero nostro prigioniero all'Airoldi e Muzzi:

 

Add a comment

1 maggio 2021

 

Oggi, festa del lavoro, onoriamo gli avvocati di sostegno, che sono sempre lì, giorno dopo giorno, al lavoro per rendere la vita più facile ai noi vecchi, che a volte dimentichiamo le chiavi o il portafoglio e abbiamo bisogno di qualcuno che lo tenga.

 

Questi lavoratori dell'intelletto, questa parte più produttiva dell'intelligentsia europea, questi cavalieri dell'avvocatura, sempre a nostro fianco, cercano nuove strade, nuovi sentieri e scorciatoie per allegerirci dei nostri fardelli.  Come si sa, il denaro non porta felicità--e vogliono farci felici. 

 

Add a comment

IL PROF. CENDON PROVVEDE SOCCORSO GIURIDICO AI DEBOLI

 

Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,

fidandomi di lui, io fossi preso

e poscia morto, dir non è mestieri

                                                     Inferno, xxxiii

                                                                                                                            .

Chi è il Paolo Cendon, che in gennaio scrisse un importante articolo sul Prof. Gilardi?  Non è mica un qualsiasi passante, come me.  Ecco cosa ne dice Wikipedia:

 

Paolo Cendon (Venezia, 9 novembre 1940) è un giurista, scrittore e saggista italiano.   

 

«C'era qualche contributo, riflettevo, che avrei potuto fornire, in veste di civilista, alla "causa" di Basaglia, al San Giovanni, come era chiamato l'ex reclusorio psichiatrico?

La rivoluzione antimanicomiale che avanzava, di cui già si occupavano i penalisti, dopo la cancellazione formale degli "ospedali per i matti", era destinata a influenzare anche discipline come la mia?                                              

                                                                                            da "I diritti dei più fragili"» 

Add a comment