Ill.mo Signor Procuratore della Repubblica,

 

Il sottoscritto Matteo BOJANOVICH, nato a Bologna il 12 gennaio 1941, residente in Trieste, via Navali n.1, espone quanto segue.

 

VITTIMA DI SOPRUSI E FRODE PRESENTA RICORSO

 

Il 10 settembre 2020,  il Prof. Carlo Gilardi presenta un esposto in cui si lagna di non avere accesso al suo conto in banca—dal quale sembra che manchino 40.000 euro—e scrive: "Ritengo che da tempo stiano cercando di farmi dichiarare "incapace di intendere e di volere" al solo fine di poter gestire liberamente i miei soldi e le mie proprietà." 1)

 

Il 2 ottobre, il Giudice Tutelare, la Dr. Marta Paganini, nomina un nuovo amministratore di sostegno, la Dr. Elena Barra, al posto della Dr. Adriana Lanfranconi.

 

Il 13 ottobre, il Prof. Gilardi attacca un foglio al cancello del cortile di casa, di fronte al municipio, in cui scrive che "vogliono rinchiudermi in un ospizio per mettermi a tacere...non è lecito imprigionare un individuo per approfittarsi liberamente dei suoi risparmi."  2)

 

Mettere un avviso di tal genere sulla porta di casa, proprio in faccia al municipio, suggerisce la presenza di disturbi mentali.  "Vogliono rinchiudermi? Mettermi a tacere?"  Ma questo è pazzo!  La legge non permette che uno sia rinchiuso anche se affigge fogli di carta alla porta di casa, anche se ha idee strane, anche se soffre di complessi di persecuzione, anche se, poverino, si immagina che "vogliono rinchiudermi in un ospizio." Come se cose del genere potessero succedere in un paese libero!

 

Il Gilardi era mobile, era molto attivo, era il ricco benefattore della città, e aveva donato terreni al comune, uno per un parco e l'altro per un grande parcheggio.  Ma aveva un difetto: era troppo generoso, e nel 2017 la sorella maggiore, Sandra Gilardi, aveva scritto al giudice tutelare a Lecco dicendo che temeva che suo fratello potesse dar via il suo intero patrimonio a gente che non lo meritava.

 

E ora il Gilardi, un multimilionario, trovava difficoltà nel mantenere la campagna e gli animali; per ogni “spesetta” doveva aspettare il beneplacito della Dr. Lanfranconi, che aveva cose più importanti di cui occuparsi.  Poi, quando gli occorreva un motocarro e ne aveva trovato uno, che il comune vendeva per 6000, l'avvocato pensò che era meglio raccomandarlo a un amico suo; così pagò 15.000 per il motocarro, ma era troppo tardi, e il fieno l’avevano dovuto portare al cascinale altrimenti.  Doveva elemosinare per ogni spesa, e la situazione era molto deprimente per lui.

 

Il 1 gennaio 2020, molti in città avevano visto un altro messaggio, che il Gilardi aveva pure attaccato al cancello, lì di fronte al municipio.  La stazione televisiva Teleunica, ne aveva fatto un video intitolato "la lettera di Carlo Gilardi commuove Airuno." In quel video, il Prof. Gilardi confessava il delitto che lo avrebbe presto portato alla prigionia: “È il mio spirito francescano che mi induce a far così.  Io non amo la ricchezza, non mi interessa.”  3)

 

In ottobre, sembra che il nuovo avvocato di sostegno, la Dr. Elena Barra, si lagnò delle condizioni delle due case del Prof. Gilardi.  Si concordò allora col Gilardi per mandare un imbianchino per fare una delle due case più accogliente?  No, gli diede notifica che ambedue le sue case erano inadeguate e che doveva abbandonarle.  Quest'ordine era solo per il Gilardi, non per i suoi ospiti, i quali rimasero.  Il Gilardi sapeva, o credeva di sapere che

a) cercavano qualche scusa per rinchiuderlo;

b) potevano dichiarare che la casa era pericolante, se volevano;

c) avrebbero usato le foto fatte in gennaio da Teleunica, quando la casa era molto disordinata;

d) avrebbero convinto la gente che voler vivere in una casa pericolante era segno di follia;

e) era meglio per lui mantenere la discussione giudiziaria al livello di perizia psichiatrica piuttosto che al livello di perizia edile, dove una perizia disonesta è più semplice da arrangiare.

 

Quindi decise di trasferirsi a Brivio, qualche chilometro lontano, in casa del suo amico Brahim El Mazoury, che era stato impiegato dalla Dr. Lanfranconi come assistente familiare per il Gilardi.   Notificò la Dr. Barra del suo trasferimento a Brivio, da dove poteva continuare a lavorare sulla sua campagna, con il suo aiutante Brahim.

 

Il Gilardi scrisse: "Poiché il signor avvocato...............ha dichiarato che la mia amatissima casa in frazione.......di Airuno non è "adeguata", mi sono trasferito a Brivio in casa idonea presso il Signor Brahim El Mazoury mio vigilante.  Solo in giornata ritorno all'azienda agricola ad Airuno ove custodisco i miei amati animali molto più amati degli avvocati.  L'indirizzo di Brivio è..."  4)      

 

 

UN A.S.O. DI PUNIZIONE

 

Il 27 ottobre 2020, di fronte alla casa di El Mazoury a Brivio, si arresta un convoglio, che include due pattuglie di Carabinieri, un'ambulanza, e le automobili che portano l'avvocato Elena Barra, un secondo avvocato, e il Dr. Enrico Messina.   Vi fu una discussione e poi, secondo il racconto di Brahim El Mazoury, "l'han preso, un da destra e un da sinistra e l'han portato giù dalle scale."  5)  42) E del Prof. Gilardi non se ne sentì più. Non vi furono telefonate o lettere ad amici, parenti, e avvocato.  Il Gilardi era scomparso.  Desaparecido in Italia.

 

Nina Palmieri intervistò l'anziana signora che era entrata in casa Gilardi come domestica, a quindici anni di età.  Il Professore le aveva donato una bella casa di tre piani.  Alla Nina Palmieri disse: "Il signor Gilardi non lo vedo più, non l'ho visto più."  6)

 

 

LE CONDIZIONI PER UN A.S.O. (ACCERTAMETO SANITARIO OBBLIGATORIO)

 

Cito la Legge 13 maggio 1978, n. 180 " Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori " pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 16 maggio 1978, n. 133. Art. 2: “la proposta di trattamento sanitario obbligatorio può prevedere che le cure vengano prestate in condizioni di degenza ospedaliera solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, se gli stessi non vengano accettati dall'infermo e se non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospedaliere.”

 

Su leccoonline.it, il 10/3/2015, il Dr. Antonio Lora, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco, spiegava come la legge impone chiarissime limitazioni: “lAccertamento sanitario obbligatorio (A.S.O.) ordinato… dal primo cittadino del comune di residenza del paziente (o della municipalità in cui esso si trova) su indicazione di un solo medico, consente di far visitare un soggetto con problemi psichici critici. 7)

 

L'A.S.O. si usa quando un disgraziato diventa violento o minaccia o terrorizza la famiglia o i vicini.  Sul modulo usato in Regione Lombardia, il medico afferma, dopo aver presentato evidenza e fonti: "Da ciò ho il fondato sospetto che questi presenti gravi alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti accertamenti.  Inoltre, il soggetto rifiuta esplicitamente la valutazione o si rende inaccessibile."     8)

 

 

QUESTO A.S.O., ERA FORSE UNA BURLA? 

 

L'avvocato del Prof. Gilardi aveva chiesto la nomina di un nuovo avvocato di sostegno.  Il 29 dicembre, il Giudice Tutelare Marta Paganini scrisse una lunga decisione in cui negava la richiesta di sostituire la Dr. Barra.  A un giornalista arrivò in mano la decisione, e questi ci concesse un importante dettaglio: “La versioneche vi forniamo quest'oggi - indirettamente - è quella del Giudice Tutelare… Partiamo dal ricovero del novantenne in casa di riposo: non sarebbe stato eseguito alcun TSO e nemmeno l'ASO che era stato predisposto dal medico curante.” 9)

 

Allora, un A.S.O. era pronto, firmato dal medico curante, da usare per ottenere l'arresto del Prof. Gilardi.  Dal rapporto della Dr. Barra emerge che il medico curante era l'ottimo Dr. Enrico Messina, il quale ha un ufficio ad Airuno.  Strano, però, questo medico curante non era il medico curante del Professore, o per lo meno non lo era prima di arrivargli in casa, manu militari, il 27 ottobre 2020.  10)

 

Il Dr. Messina, il cui ufficio è a due minuti di cammino dalla casa del Professore, non poteva essergli sconosciuto.  E l’ottimo medico doveva sapere ciò che ogni airunese sapeva: il Gilardi è il benefattore del paese, conosciuto da tutti come una persona piacevole, calma, e razionale.  In termini di medicina legale, se c'era un airunese che fosse chiaramente compos sui, che avesse coscienza di sé e delle sue azioni, era il Gilardi.

 

Possiamo vederlo al lavoro, possiamo sentirlo parlare con la Dr. Lanfranconi, avvocato di sostegno, del suo desiderio di vivere per conto suo finché è capace di farlo:

Gilardi: "Il mio problema è il seguente, io ancora lavoro e voglio continuare a lavorare..."

Lanfranconi: "E io sono contenta per lei."

Gilardi: "...finché avrò la capacità fisica e mentale di farlo."

Lanfranconi: "E io voglio questo per lei."

Gilardi: "Quando non avessi più la capacità mentale di farlo, dico: Signori vi saluto me ne vado nell'ospizio per deficienti."

Lanfranconi: "Esatto. No, non per deficienti, per persone anziane."

Gilardi: "In senso latino."

Lanfranconi: "No..., Aaah, sì, deficere ok."               11)

 

A prima vista, per il Dr. Messina, firmare quel documento sembrava l'equivalente di ordinare una bara in casa di un rivale il giorno del suo matrimonio.  Era questa una burla goliardica, un pezzo di carta da attaccare per scherzo al cancello della casa del Professore?

 

Sembra che no, perché il Dr. Messina andò dal Sindaco, modulo in mano.  Incredibile dictu, quello ci stava, e sembra che ordinò alla segretaria di preparargli una bella ordinanza con timbri e tutto.  Firmato il modulo dal medico, firmata l'ordinanza dal Sindaco, il gioco è fatto, e il Sindaco poteva far sapere alla Dr. Barra che il vecchio era nel sacco, o per lo meno che il sacco era pronto e che poteva chiamare i Carabinieri.

 

 

IL MODULO DEL MEDICO E L'ORDINANZA DEL SINDACO: FALSI IN ATTO PUBBLICO?

 

Chiedendo al sindaco di redigere un’ordinanza per un A.S.O., con l'aspettativa di degenza ospedaliera, secondo la Legge 13 maggio 1978, n. 180, il Dr. Enrico Messina doveva avere evidenza di:

a.  alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici;

b.  rifiuto di collaborazione dell'infermo;

c.  impossibilità di adottare misure sanitarie extra ospedaliere.

 

Il problema per il Dr. Messina era che il Prof. Gilardi:

a. non mostrava traccia di problemi psichici critici;

b. non rifiutava visite, né si rendeva irreperibile, e aveva ordinato lui stesso una perizia nel giugno 2020;

c. non c’era alcun piano di adottare alcuna misura sanitaria.

 

Non vi erano state segnalazioni da vicini né dai parenti, i quali lo vedevano in paese e ora dicono: "Nessun ipotizzava lontanamente che non fosse in una condizione assolutamente in equilibrio.” 12)  Dire che "il soggetto rifiuta esplicitamente la valutazione" era falso.  Dire "ho il fondato sospetto che questi presenti gravi alterazioni psichiche " era visibilmente falso.  Se il Dr. Messina firmò e presentò tale modulo al Sindaco, era questo un falso in atto pubblico?  E se l'ordinanza per l'A.S.O. fu firmata dal sindaco, era quello un falso in atto pubblico?  Era predicato su un documento falso, che il Sindaco sapeva essere falso: non c'erano problemi psichici critici e non c'era rifiuto di visita o di cura.

 

La perizia ordinata dal Gilardi nel giugno 2020 dice che riguardo al "Carlo Gilardi non emergono anomalie o segni suggestivi di patologia in corso.  È curato, adeguato al contesto e con modi garbati.  Presenta un eloquio integro... Non emergono segni o sintomi di pertinenza psicopatologica.  Il pensiero è privo di alterazioni sia formali sia del contenuto... ha inoltre conservato capacità di giudizio... alcun segno espressivo di deterioramento  mentale o cognitivo. 13)

 

 

DAL MANICOMIO ALL'OSPIZIO

 

DECISERO DI IGNORARE LE PIÙ CHIARE GARANZIE DELLA LEGGE

 

L'Art. 1 della Legge 13 maggio 1978, n. 180, garantisce a coloro che son soggetti a un A.S.O.: 

a) "iniziative rivolte ad assicurare il consenso e la partecipazione" [del paziente]; 

b) "il diritto alla libera scelta del medico;"

c) "il diritto alla libera scelta... del luogo di cura;"

d) "il diritto di comunicare con chi [il paziente] ritenga opportuno."

 

Le autorità locali ad Airuno in combutta con le autorità giudiziarie prepararono i documenti per l'A.S.O. in totale disprezzo delle promesse e delle garanzie della legge: 

a) non c'era alcuna intenzione di "assicurare il consenso e partecipazione."  Lo apprendiamo dalla registrazione dell'arrivo della Dr. Barra, che dice al Gilardi: "Deve fare una visita da un cardiologo." 57)

b) non potevano offrire scelta di medico, la decisione era già stata fatta se ricoverare il Gilardi e dove farlo; 

c) non potevano offrire scelta di "luogo di cura" visto che non intendevano curare il Gilardi;

d) intendevano violare la legge, negando al detenuto posta e telefono, per farne un desaparecido, tagliandogli ogni accesso e legame a parenti, amici, e avvocato.  Per tale motivo fu ordinato il segreto sul luogo di detenzione. 40)

 

 

IL PROF. GILARDI RIFIUTÒ IL RICOVERO AL MANICOMIO

 

La meta del convoglio era il manicomio, che ora bisogna chiamare SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura).  Nel nostro caso si trattava della Sezione Psichiatrica degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi, che era stato deciso di usare come tagliola per afferrare il Gilardi, con l’intento di farlo più tardi scomparire nella Sezione RSA degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi ("l'Istituto").  

 

Al minuto 8.55 della registrazione, il Gilardi poteva sentire un ordine in cui la Dr. Barra dava l’ordine “Conviene fare con l’ambulanza percheee…”  E dall’ambulanza veniva la risposta, “OK, allora vado ad organizzare.” 58) Era chiaro che aveva ordinato il T.S.O., Trattamento Sanitario Obbligatorio.   Il Prof. Gilardi si alzò per dirigersi verso la cucina e due carabinieri lo presero “e l’han portato giù dalle scale.”  A quel punto, lui scelse di andarsene conscio piuttosto che inconscio.  Normalmente, se non gridi, se non ti dibatti, mica dicono che il detenuto ha dato il suo consenso e che le garanzie richieste dalla legge non sono più debite. 14) 5) 42)   Consenso non c’era.

 

Non c'è dubbio che, vistosi messo al manicomio, il Professore continuò a rifiutare il ricovero. Ecco i motivi per aver confidenza che non vi fu assenso al ricovero: Carlo Gilardi

a) aveva lottato per mesi per la sua libertà, cosa non facile per un novantenne;

b) aveva pagato per la perizia per dimostrarsi compos sui, capace di intendere e di volere;

c) aveva preso un avvocato e presentato denuncia;

d) aveva scritto lettere dimostrando chiaro intento;

e) all'arrivo del convoglio il 27 ottobre, con tutta la sua forza aveva negato il consenso; 

f) minacciato di TSO, aveva deciso che era meglio arrivare all'ospizio conscio piuttosto che inconscio;

g) vedersi portato al manicomio invece che all’ospizio non poteva soddisfarlo, né offrono i legali alcuna evidenza di consenso; invece, ci danno due contraddittorie versioni dei fatti, di cui parleremo più oltre.

 

 

TRE GIORNI DI ILLEGALITÀ IN SPDC

 

Arrivato in SPDC, comincia un'altra serie di violazioni della legge.  Non è credibile che il Prof. Gilardi non abbia chiesto accesso al telefono.  Un uomo che si era mostrato ferocemente deciso a rimanere libero non diviene un prigioniero umile e volonteroso tra Brivio e Lecco.  Se non chiamò l'avvocato e il suo assistente, Brahim El Mazoury, sappiamo che fu drogato o che gli fu negato accesso a telefono e posta, in violazione del suo "diritto di comunicare con chi ritenga opportuno," secondo la Legge 13 maggio 1978, n. 180, Art. 1.  

 

Se non sentiamo il dovere di chiedere spiegazioni ai nostri giudici su ciò che succede nelle nostre case di detenzione, abbiamo il diritto di lagnarci riguardo alle case di detenzione in Cina?  Se i detenuti nostri non hanno diritto di chiamare l’avvocato, possiamo indignarci se ai detenuti negano l’avvocato, in Iran?

 

È probabile che lo psichiatra all’Istituto, per mantenere le apparenze che questo ricovero fosse un evento normale,  causato da comportamento anomalo e preoccupante, trovò qualcosa da curare, qualcosa come insonnia e mal di testa. Visto che il Gilardi si opponeva al ricovero, dargli un Optalidon o un’aspirina qualificava come T.S.O. e come tale è probabile che sia stato registrato sulla cartella medica del Gilardi. A conferma di ciò, due segnalatori di illeciti che lavorano all'Istituto confermano che il Gilardi si oppose al ricovero, e subì un T.S.O., 15)  mentre le Autorità Giudiziarie insistono, senza offrir prove, che il Gilardi, improvvisamente e segretamente, si convertì ed entrò giulivo all’Istituto.

 

 

DIMESSO SANO DI MENTE DAL SPDC È FORZOSAMENTE ARRUOLATO IN RSA

 

In tre giorni, il Prof. Gilardi fu dimesso dal SPDC, sano di mente.  All'uscita fu arruolato con la forza nella RSA.  Per l'estrazione della vittima da casa sua, fu usata la forza persuasiva in divisa nera.  Per il trasferimento da SPDC a RSA fu usata la forza persuasiva in camice bianco.

 

Come riportato dai segnalatori di reato su Le Iene, "quando è arrivato [in RSA] ara arrabbiato e per protesta ha rifiutato l'ECG, il bagno, anche il mangiare.” 16)   Sulla cartella clinica del Gilardi si poteva leggere "Ricovero definitivo e paziente contrario." 17)                                    

 

Visto che l’avvocato Barra diceva che T.S.O. non c'era stato, fu deciso di togliere la sigla "T.S.O." dalla cartella clinica del Gilardi, come riferito dai segnalatori di reato che lavorano all’Istituto.  Ecco la testimonianza:

Segnalatore di reato: "Nina, non ci crederai... hanno cambiato una seconda volta la cartella [clinica].  Ora dice: 'Ricovero in RSA deciso da amministratore per sua tutela.  Al fine di agevolare l'esecuzione di screening per SarsCov2 l'amministratore ha optato per breve ricovero a carattere sociale in SPDC' "

Nina Palmieri: "Non ho capito. Hanno ricoverato Carlo in un reparto psichiatrico per fargli un tampone?"

Segnalatore di reato: "Questo è quello che appare scritto ad oggi...sono senza parole.” 18)

 

Sarà tale alterazione considerata un falso in atto pubblico?  Se questo non è un falso in atto pubblico, sarà d'ora in poi lecito alterare cartelle mediche ad libitum?

 

 

PER SALVARE SODOMA, OCCORREVANO QUEI DIECI GIUSTI

Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». 30Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». 31Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». 32Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» 33Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò.                                 Genesi, 18

 

All'Istituto sembra che vi siano quei Dieci Giusti necessari a salvarlo dall'Ira Divina.  Sono i segnalatori di reato al Muzzi, impiegati che mettono a rischio un buon posto di lavoro per operare segretamente contro un sopruso particolarmente odioso.  Soggetti a gravi minacce, per poter continuare a informarci sulle condizioni del prigioniero, devono rimanere anonimi:                                                                                                                                                           “Di salute sta bene, ma sono molto preoccupata per il suo umore.  Eh sta sempre chiuso in una stanza è da solo e ovviamente alla sua età queste cose non fanno bene. Eh sì, lui prima di arrivare qui era molto attivo e ora fissa un muro dalla mattina alla sera come se fosse in prigione e oltretutto una prigione parecchio costosa perché la retta è sui 3000 euro al mese.” 19)

"Questo signore oltre ad essere molto gentile è anche totalmente autosufficiente.  È lucido di mente; è autosufficiente in tutto.  Dice: 'Io non ho fatto niente di male a nessuno.' "

"Lo tengono buono dicendogli che presto tornerà a casa."

“Anche il giorno del suo compleanno Carlo è rimasto tutto il giorno da solo nella sua stanza non esce mai, nemmeno per mangiare e ho paura  che possa smettere di lottare ha pur sempre 90 anni, lì non ha stimoli, ancora ora chiede di tornare a casa sua, ma se continuano a non dargli retta, che fine fa quest’uomo? …non lo fanno neanche mangiare con gli altri ospiti.” 20)

 

Grazie ai segnalatori di reato, sappiamo che le autorità mentono.  Sotto odiosi, imbarazzanti titoli come "Il professor Gilardi soffia sulle 90 candeline... La festa all’Istituto Airoldi&Muzzi dove è ospitato per essere protetto…”, vogliono farci credere che il Prof. Gilardi, imprigionato, finalmente ha trovato pace e gioia, gioia e pace. 62)

 

 

PRIGIONIERO SENZA NOME

 

Agli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi ("l'Istituto") arrivò l'ordine che il nome del Gilardi fosse cancellato dalla lista degli ospiti, per impedire che avvocato, parenti, e amici lo trovassero.  Era Gilardi un prigioniero di stato?  Il giornalista argentino Jacobo Timerman scrisse delle sue esperienze come raro prigioniero politico che ritorna vivo dalle prigioni dei generali, nel libro Prigioniero senza nome, cella senza numero.  

 

Nacht und Nebel? Quello era un metodo di controllo dei dissidenti, sviluppato in Germania negli anni ’30, per cui un dissidente veniva prelevato da polizia in borghese e scompariva, “nella notte e nella nebbia.”  La mattina dopo, madri e mogli correvano alla prigione, alle stazioni di polizia, con abiti e panini, ma il detenuto non c’era.  È una pratica usata tuttora in molti paesi.  Se si può farlo a un vecchio ricco senza conseguenze, merita provare a farlo a scrittori e giornalisti, gente ben più molesta del Prof. Gilardi.

 

Vediamo il video fatto all’Istituto: arrivano i cugini, chiedono di Carlo Gilardi.   Gli impiegati sanno che Gilardi è lì, hanno tutti visto i programmi de Le Iene sul loro famoso detenuto, ma ordini sono ordini.  Befehl ist Befehl.   21)

 

Giorni dopo, quando la Nina Palmieri porta a Lecco gli occhiali lasciati a casa, il Gilardi tuttora manca dalla lista degli ospiti.  La Nina Palmieri insiste, e arriva il direttore, che getta la maschera: Gilardi c'è, ed è nostro dovere proteggerlo da occhi indiscreti.  È l'Istituto sotto ordine giudiziario di mentire ai familiari?  Segreto di stato?  Sembra che sì, visto che devono proteggere il Professore dai suoi cugini. E dai parlamentari. E dal suo avvocato.  E dal postino.  22)

 

Il deputato Gianluca Rospi presenta un’interrogazione parlamentare; si rivolge al Tribunale di Lecco e alla Dr. Barra per incontrare “personalmente e in maniera riservata” il Prof. Gilardi.  L’avv. Barra nega il consenso. 23)

 

Sulla base di quale legge un antico e benemerito Istituto, “fondato sui valori della carità cristiana” e definito come Residenza Sanitaria Assistenziale diventa una casa di reclusione, che controlla movimenti, vieta visite, vieta telefonate, e impone censura postale?   Bastò un’amichevole telefonata del giudice al Signor Direttore, a trasformare una casa di cura in una casa di prigionia?  O fu necessario un ordine scritto?

 

 

CONTRORDINE, NON ERA FOLLIA, ERA BRAHIM

 

Era un ottimo piano: con il Covid, chi poteva preoccuparsi per il Prof. Gilardi?  Si sarebbe detto, in città, “Povero Carlo, se n’è andato pure lui.”  Ma non avevano fatto i conti con Brahim El Mazoury, che il Gilardi aveva accolto in casa sua, un bambino di 8 anni, con la sua famiglia dal Marocco.   Nel febbraio 2020, El Mazoury era stato arruolato dall'avvocato di sostegno Dr. Lanfranconi come Assistente familiare per il Gilardi. 24)  Era il suo autista, tagliavano assieme il fieno per le capre del Gilardi, tagliavano la legna. Ma quando arrestarono il Professore il 27 ottobre, Brahim informò il programma televisivo Le Iene, che il 17 novembre mandò in onda un programma sul caso.

 

 

ECCO ARRIVA IL PERICOLO ISLAMICO

 

Il comunicato della Dr. Barra del 17 novembre 2020: 

"Un caso estremamente delicato."

"Emessi degli ordini di protezione."

"Fra indagati anche Brahim; gravi condotte; pregiudizio attuale e concreto."

"Non è affatto rinchiuso in un luogo contro la sua volontà."

"Presenza dei Carabinieri... al solo fine di garantire la mia incolumità." 25)

 

Il 18 novembre, in un'intervista su recnews.it, la Dr. Barra accusa e promette:

"Hanno tagliato.  Manca la parte in cui il signor Gilardi sceglie e decide di venire con noi."

"Gravi condotte commesse ai danni del signor Gilardi per le quali era  necessaria una tutela immediata a tutela della persona, non del patrimonio."

"Lui oggi con me dichiara che vuole tornare ad essere libero anche dalle persone che lo circondavano e che si approfittavano di lui."

"È in un luogo sicuro… tornerà a casa il prima possibile." 26)     

     

La difesa dalle accuse di Nina Palmieri è fondata sul musulmano pericoloso per gravi condotte, da cui la Dr. Barra vuole tutelare il Gilardi.  I carabinieri non vennero per imporre l’A.S.O. o a scopo intimidatorio contro il Gilardi, vennero solo perché medico, autista, e due avvocati avevano paura dell'aggressivo musulmano.  Vogliono farci dimenticare l’ordinanza per A.S.O. firmata dal sindaco.  Ma il Gilardi è felice di essere libero dal musulmano, e uscirà dalla RSA, non appena la sua sicurezza dal Pericolo Musulmano gli sarà garantita.  Tutto è chiaro.

  

 

L’INDAGINE INIZIÒ NEL 2018 O IL 17 NOVEMBRE 2020?              

                        

La denuncia iniziale era stata fatta dalla Dr. Lanfranconi contro Brahim, nel 2018 o nel 2019, e sembrava intesa a dar lavoro alla Dr. Barra.  Infatti, la Dr. Lanfranconi disse a Brahim di prendere la Dr. Barra, "una mia cara amica,” come avvocato per difendersi dalle sue proprie accuse--paghiamo noi.  Cioè, "Paga Gilardi."  30)

 

Doveva essere un processo molto amichevole, da risolvere senza far male a nessuno, visto che bastava presentare il Gilardi, che avrebbe spiegato tutto, in maniera chiara e pacata, risultando nell’assoluzione di Brahim.   Dopo aver presentato denuncia contro Brahim, la Dr. Lanfranconi lo aveva arruolato come assistente.  

 

Ma tutto cambia con l’arrivo della Nina Palmieri in città.  La strategia decisa é che bisogna cancellare il critico problema psichiatrico, che aveva mosso il povero Dr. Messina a correre in panico dal Sindaco, di quello non se ne parli più.  Perfino l'arrivo dei carabinieri bisogna spiegarlo mormorando la mantra, Brahim... Brahim... Brahim...   La Dr. Barra osa perfino dire che i Carabinieri, senza i quali lei non aveva alcuna capacità di portar via il Prof. Gilardi, furono chiamati "al solo fine di garantire la mia incolumità." 25)  Vogliono farci dimenticare quell'A.S.O. illegale. 14)  Ora c’è un solo motivo per il raid del 27 ottobre: salvare il povero vecchio che era in mano ai musulmani.

 

 

IL GARANTE NAZIONALE È FALSAMENTE INFORMATO SUI SETTE MUSULMANI

 

Il Garante Nazionale incontrò il Gilardi, il Giudice, la Dr. Barra, e il sindaco;  falsamente informato, il Garante scrisse che "In seguito a procedimenti giudiziari che hanno riguardo principalmente all'integrità del suo patrimonio e alla tutela della sua persona da potenziali comportamenti predatori di terzi, il signor Gilardi si trova a vivere un'esperienza pesantemente lesiva della propria libertà personale.“ 27) 

 

Ma non c’era procedimento per comportamento predatorio, Brahim lavorava per Gilardi, pagato dall’avvocato.  L’originale denuncia era fittizia, era in sospeso da anni, e rimase in sospeso dopo l’arresto del Gilardi.  Fu solo il giorno dell’arrivo de Le Iene in città, che decisero di rianimare l’antica denuncia e di aggiungere al nome di Brahim quello di altri musulmani ospiti di Gilardi o che avevano ricevuto denaro da lui.  Ora si conta sul normale pregiudizio verso stranieri da paesi lontani per dar parvenza di credibilità alla storiella che il Gilardi fosse tenuto prigioniero da Brahim e che ora è finalmente libero.  Lo slogan del pericolo musulmano non ha bisogno di evidenza, di testimoni, di esperti, di medici.  Uno slogan non si discute e non si spiega, basta gridarlo; ancor meglio, dirlo sottovoce.  Tutte le pubblicazioni locali sono d'accordo, e in coro ripetono lo slogan “Brahim, Brahim”.

 

 

IL PROCESSO MEDIATICO AI SETTE MUSULMANI

 

Il 17 novembre Le Iene rivelano l’arresto del Professore.  

Il 18 novembre la Dr. Barra rivela l’indagine contro Brahim. 

Il 30 novembre l’indagine termina con successo, e i Sette Musulmani sono accusati di circonvenzione di un incapace giudicato sano di mente in cinque perizie.  Così  l'Islam prende il posto della pazzia come scusa per l'incursione in casa El Mazoury a Brivio--il Professore era prigioniero dei musulmani e bisognava liberarlo.

 

Questo lo spiega il giudice in un articolo apparso su primamerate.it sotto il titolo “Carlo Gilardi, ecco le ragioni del ricovero mai svelate prima”  col sottotitolo"«Prigioniero in casa d’altri» e «inavvicinabile se non alla costante presenza del badante», visto come «una persona decisa, superiore a lui, che gli dice cosa e dove firmare, con chi parlare e cosa dire». È questo il quadro tracciato dal giudice tutelare del tribunale di Lecco Marta Paganini."  28)

 

C’è evidenza di ciò?  Se c’è, il giudice non la presenta.  Come non c’è alcuna evidenza che "El Mazoury, di sua iniziativa e senza informare l’amministratore di sostegno, ha provveduto a trasferire Carlo Gilardi presso la propria abitazione, inserendolo nel proprio stato di famiglia, e ciò contro la sua volontà."  28)  Quindi, il raid del 27 ottobre era una missione di salvataggio.  Rimane un problema: se questo è vero, perché non sporsero denuncia?

 

Ora però, su ogni giornale locale tra Bergamo e Como, c’è una pesante campagna di propaganda contro Brahim; se fosse condannato in primo grado, non vi sarebbe alcuna indignazione nell'opinione pubblica locale.  Così come non c'è indignazione generale in Brianza per l'atroce trattamento di un benemerito cittadino quale il Prof. Gilardi--il trucco del pericolo islamico funziona a perfezione. 

 

 

LA CIRCONVENZIONE DI UN CAPACISSIMO INCAPACE

 

Il geometra Bonfanti, intervistato sul Le Iene racconta: “Ci sono state delle perizie psichiatriche...hanno dato un responso che lui non ha niente... parla come un libro.  Ha un'intelligenza di un quoziente certamente superiore.  Se lei ci parla la lascia incantato è anche coerente il ragionamento, non è il ragionamento di un esaltato. L’unica cosa che non afferra è quella lì,  è che lo stanno menando tutti per il naso! La sorella ha provato a dirgli: ‘Carlo tu vuoi fare San Francesco e andare in giro a piedi nudi, io non mi oppongo che fai questo"... Le volte che gli abbiamo detto: "Carlo nessuno ti vieta di regalare tutto, ma non regalarle a questi qui!" C’era un tipo particolarmente insistente, questo è un locale, non un negro o un marocchino, questa persona si è fatta prestare una barca di soldi, poi faceva finta di restituirli, una presa in giro totale... Si parla che è scappato dal patrimonio di Carlo un milione di euro eh... Lui poverino era davvero maltrattato da questa gente che gli girava attorno… per arricchirsi loro!”  37)

 

Questa testimonianza  spiega l'origine di questa bega in famiglia Gilardi, che diede inizio all'intervento giudiziario.  Ma se non è lecito rinchiudere al manicomio una persona che soffre di gioco d'azzardo patologico, può esser lecito rinchiudere un credulone? Un ricco troppo generoso?   I motivi devono essere ben altri.  

 

Il processo intentato a Brahim sembra una montatura, creata per levare l'attenzione dei media dalla scomparsa di denaro dal conto di Gilardi in mano agli avvocati e dall’illegalità dell’arresto.   Il processo a El Mazoury è uno specchietto per le allodole, e noi tutti siamo le allodole.   Ci additano Sette Musulmani, per celare l’atroce idea di arrestare la vittima del furto, se furto c’era. Un milione di euro "è scappato" dal conto del Gilardi.  Per tre anni, nessuna indagine, ma due settimane dopo l’arrivo di Nina Palmieri in città, le indagini hanno buon esito, e scoprono che fra i cento e più airunesi che avevano ricevuto soldi da Gilardi 6) vi sono pure dei musulmani, e solo quelli sono processati.  29) Molto strano.

  

 

UN COMPLOTTO?

 

PER I LEGALI, IL GILARDI ERA UN PROBLEMA

 

È difficile negare che il Prof. Gilardi presentasse un pericolo per la carriera di alcuni legali:  il 10 settembre 2020, aveva presentato un esposto alla Procura di Lecco, accusando l'Amministratore di Sostegno di malversazione, di negargli visione dei suoi conti in banca, e di un complotto per dichiararlo incapace di intendere e di volere.  1)

 

L'arresto e scomparsa del Prof. Gilardi sono quindi comprensibili.  In libertà, il Gilardi era un grave pericolo, non solo per legali disonesti, ormai abituati a ingrassare derubando i vecchi, ma pure per legali onesti, cui spiace essere associati a legali disonesti.  Leggere del Caso Gilardi non può far piacere agli onesti avvocati di sostegno; senza dubbio, molti avvocati sperano, per il loro buon nome, che sia possibile liberare il Gilardi e rivelare il retroscena di questo evento prima della morte del Professore, non dopo.

 

 

UNA CONGIURA DI PAESE, ORGANIZZATA AD AIRUNO   

                  

L'attitudine dei legali è perfettamente comprensibile, ma come spiegare l'ostilità del sindaco di Airuno verso chi parla del Prof. Gilardi, e la rabbia con cui reagisce alla spiacevole notizia che Le Iene si aggirano in città?  63)                                                                                          

“Non è di competenza del comune.  Detto questo, gradirei non essere più contattato.”   32)  

“L’Amministrazione Comunale non è in nessun modo coinvolta in questa situazione e, soprattutto, non è informata riguardo l’attuale ubicazione del prof Carlo Gilardi." 36)

”Ho scritto due note ufficiali e il Tribunale ha emesso altrettanto una comunicazione ufficiale sulla vicenda. Se ci si informa bene, non sorgono dubbi. Un caro saluto." 

“Il nostro compito è quello di non alimentare informazioni fasulle: su una situazione estremamente delicata bisogna parlare solo a ragion veduta.” 33)

“L’unico rimedio contro gli sciacalli e gli scocciatori come Le Iene è un secchio di acqua fredda”.  34)

 

Poi, quando il Sindaco vede che a molti airunesi, tale ostilità verso i difensori del Gilardi non va, cambia tono.  Dal giorno della sua scomparsa, il sindaco non era mai andato a visitare il Gilardi, nonostante la “calorosa vicinanza” che sentiva verso il Professore.  48)  Ovvio, il Sindaco non aveva alcuna idea sull’ubicazione del suo Carluccio.  Ma quando la Dr. Barra gli fa sentire un messaggio registrato del Gilardi, il sindaco dice che "sentire la sua voce, mi ha profondamente emozionato."  35)

                               

Il firmatario dell’A.S.O., secondo le regole, avrebbe dovuto essere il sindaco di Brivio.  Dubito sia stato così, ma è possibile.  È poi possibile che il Sindaco di Airuno, se fosse o non fosse stato lui il firmatario, non sapesse dov’era il benefattore del paese?  Possibilissimo, se avesse detto al Dr. Messina, "Non voglio sapere dove lo porti, ma fallo sparire.  E portalo lontano.”  

 

 

È POI RISCHIOSO MANDARE UNO CHE È SANO DI MENTE AL MANICOMIO?

 

Sembra che i Mandanti avevano grande confidenza nel successo del progetto di far scomparire il Gilardi.  Sapevano di aver importanti alleati a Lecco, e certo pensavano che riempire falsi moduli e ordinanze, in questo caso, non era rischioso.  Anche se tutti conoscevano il Gilardi e tutti sapevano che era compos sui, capace di intendere e di volere. 

 

Come raccontò il geometra Bonfanti, il con-giurato onesto e aperto, sul programma del 15 dicembre 2020 di Le Iene: “Ci sono state delle perizie psichiatriche...hanno dato un responso che lui non ha niente... parla come un libro.  Ha un'intelligenza di un quoziente certamente superiore.  Se lei ci parla la lascia incantato è anche coerente il ragionamento, non è il ragionamento di un esaltato. L’unica cosa che non afferra è quella lì,  è che lo stanno menando tutti per il naso!"   Quindi, dice Bonfanti, troppo generoso, forse un credulone, ma certo capace di intendere e di volere.  E Carlo rispondeva così: “Io sono compos mei, cioè so io giudicare.  Non ho bisogno che mi giudicate voi.” 37)

Come confermato dal Garante Nazionale dei Diritti. Quello che abbiamo visto, potendo incontrarlo di persona in Rsa è un uomo che, seppur molto anziano, ha due principi molto chiari: uno ‘Di ciò che è mio (il denaro e le proprietà ad esempio) io voglio avere il diritto di liberarmene (donando a chi vuole)’ e due ‘Io voglio la mia libertà, voglio vivere nella mia casa di campagna con i miei animali.' ”   38)                                                                

 

Come dimostrato dal fatto che il Gilardi fu rapidamente dimesso dal SPDC: non soffriva di alcuna malattia mentale.  La preoccupazione per la salute mentale del Gilardi era un inganno, un trucco per usare i Carabinieri per catturare il Gilardi e portarlo via da casa.  Ma i Carabinieri con l’A.S.O. non potevano portarlo all'ospizio; quindi era necessaria una sosta in SPDC, che per fortuna esiste già, come Sezione Psichiatrica degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi.

 

Come confermato dalla reazione del Dr. Enrico Messina all'apparizione della Nina Palmieri, cui il povero medico reagisce come se avesse visto l'Eumenide Aletto, la mitica furia vendicatrice che ha serpenti nei capelli e perseguita gli assassini.  La posso ben vedere, la bella Nina Palmieri, come Eumenide.  

 

Speriamo, per l’ottimo dottore, che potrebbe sentirsi in colpa, che il Prof. Gilardi possa uscir vivo dal carcere in cui l'ha messo il “medico curante.”  Ma perché l'ha fatto?  Pressioni di gente importante?  O forse l’avranno ingannato?

 

 

SI SA PERCHÉ I LEGALI MENTONO, MA GLI ALTRI?  E CHI DAVA GLI ORDINI?

 

Anche se avevano la garanzia che "qui, siam tutti d'accordo, Gilardi scompare e non se ne parla più," perché prendere il rischio di mentire su documenti ufficiali? Per fare un favore a un paio di avvocati in difficoltà a Lecco?  Strano.

 

Forse che il problema era che il Gilardi non teneva bene le sue case.  Una gran bella casa al centro del paese, se lasciata andare, dà fastidio. Ma per ovviare tale problema bastava mandare un ispettore edilizio, dare ammende, e telefonare all’avvocato di sostegno, e dirle di mandare qualcuno a mantenere quella casa. Non si organizza un rapimento, una complicata e illegale operazione paramilitare quando basta chiamare l’ispettore edilizio.

 

Poteva forse essere un problema di xenofobia? Gilardi aveva permesso a stranieri dal lontano sud di vivere nelle sue case, e questo poteva aver dato fastidio. Quindi, un complotto tra politici locali e i legali a Lecco per chiudere le case di Gilardi per liberarsi di gente che i giornali chiamano "soggetti anche poco raccomandabili?"  9)  Possibile, ma sarebbe stato tanto più semplice e tanto meno pericoloso cacciarli tutti via chiamando l’ispettorato edilizio;  poi quelli dichiarano la casa del Gilardi pericolante, e la fanno chiudere.  Abbastanza semplice, e senza fare documenti falsi, senza importunare i Carabinieri.

 

Pazzia?  Folie à deux?  No, dovrebbe per lo meno essere folie à trois, perché sappiamo che vari erano i notabili airunesi con-giurati--avevan giurato silenzio.  Come disse il geometra Bonfanti: “Io sotto giuramento professionale ho detto: 'Io non lo rivelerò mai a nessuno'...  A me avevano ordinato di non menzionare dove è ricoverato.  40)  Qui c'è un gruppo di notabili airunesi che fan parte di un complotto contro il Prof. Gilardi; qui, qualcuno organizzava, qualcuno dava ordini.  C’erano Mandanti.                                                                                                                                

 

Il Caso Gilardi diventa sempre più strano: collaborano a imprigionare, in segreto, un benemerito cittadino.  Lo fanno sparire, con gran sfoggio di mendacità e apparente spregio del pericolo; questo crea il dubbio: Cui bono? Questo interesse nella scomparsa del Professore non avrà poi uno sfondo finanziario?  Quello spiegherebbe tutto.  

 

Una congiura di paese?  Saranno gli Eredi, informati del testamento di Carlo Gilardi, che lo vogliono in ospizio, non per cattiveria, non per farlo infelice, ma solo per farlo morire, e al più presto?  "Sì, va bene, non dà più via i nostri soldi, ma l'avvocato può ben mangiarseli lei.  E in campagna, quello va a campare cent'anni!  Moriremo noi prima di lui! E se a 'sto vecchio matto gli salta in testa di cambiare il testamento?"  

 

Quello sì che sarebbe un buon motivo per prendere rischi, anche grossi.  Si tratta di milioni di euro.  Per denaro, si fa più che documenti falsi.  Quello spiegherebbe tale accanimento contro il povero ricco novantenne.

Gianni Schicchi alla rovescia.  Avvelenarlo?  Troppo complicato.  Semplice, invece, allearsi a un qualche malefico azzeccagarbugli, come ancora se ne trovano lì, su quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno.  Farlo sparire in casa di riposo, in tempore pestis, sarà molto semplice: basta un medico, un sindaco, e un giudice.  Poi la morte non tarderà.   I Mandanti lo sapevano; psichiatri e avvocati di sostegno ne avevano già parlato. 

 

 

 

LA SOLUZIONE FINALE DEL PROBLEMA GILARDI 

 

QUEL "CONDIVISO PROGETTO DI LIBERTÀ”

 

La storiella del "condiviso... progetto di libertà" per "farlo tornare a casa" cominciano a darcela da bere già il 17 novembre, col comunicato della Dr. Barra presentato come risposta a Le Iene.  Vogliono farci credere che sono al lavoro per riportarlo a casa. 25)     

 

Avevano chiesto l’intervento dei Carabinieri per una pretesa pericolosa crisi nello stato mentale del Professore.  Avevano ingannato i Carabinieri con una fraudolenta ordinanza per A.S.O.  L’idea era di portarlo al manicomio per accertamenti, per poi smistarlo in RSA e seppellirlo lì.   Infatti, rinchiuso il Gilardi in RSA, l’avevano dato per morto e nessuno notabile airunese era andato a visitarlo, nonostante tutti i sentimenti di “calorosa vicinanza”. 48)   Era un ottimo piano, ma non avevano preso conto dell’ingegnosità di Brahim El Mazoury.

 

Una combutta di legali di città e notabili di paese hanno ridotto il Prof. Gilardi in schiavitù, zimbello di un giudice e di avvocati che possono indicarlo, lì in catene dietro al carro trionfale dei legali, come esempio di quello che capita ai vecchi che pensano di fare i furbi ed accusare un avvocato di sostegno protetto da un giudice. Raggiunta una certa età e debolezza, gli anziani perdono diritti; spesso capita di perderli tutti, in modo più o meno spiacevole, specialmente se non hai un protettore affidabile.  Il Prof. Gilardi aveva un protettore, ma non era figlio o nipote; peggio, era straniero.

                                                          

E il Signor Sindaco l'ha detto e ripetuto, Gilardi torna "solo in condizioni di sicurezza... voglio assicurarmi che possa vivere serenamente il suo ritorno.” 41)  Ma i Sette Musulmani si aggirano, e il Sindaco vuole che il povero vecchio ne sia protetto.  Finché i Sette sono a piede libero, il Primo Cittadino di Airuno chiederà al Giudice Tutelare di proteggere il suo Carluccio in carcere.

 

In carcere?  Sì, in carcere; anzi, peggio che in carcere.  Un amico siciliano americano che in custodia cautelare c’era stato, mi dice che in Italia il carcere non è così male, anzi, può essere quasi piacevole all’inizio, per un pò, buona compagnia, buon caffè…  Dai bravi segnalatori di reato all'istituto, apprendiamo che il Prof. Gilardi, all'Airoldi e Muzzi, ha meno libertà di un normale carcerato.

 

 

TUTTE LE CASE PRONTE PER IL PROFESSORE SONO INADEGUATE

 

Dicevano che le sue case erano “inadeguate”.  Ma andavano bene fino al 2 ottobre 2020, giorno della nomina della Dr. Barra come avvocato di sostegno.  Ambedue le sue case?  Cosa le rendeva inabitabili non fu mai spiegato.  Avevano gli avvocati di proposto ripari?  Secondo Brahim, "dal 2017 al 2020 non ho visto mai nessun amministratore di sostegno venire a casa, non è vero che io non li facevo entrare.”  E in questa vicenda, Brahim El Mazoury si è rivelato un testimone molto più attendibile dei dottori in legge. 42)

 

Ne troviamo conferma nell’articolo di Daniele de Salvo su Il Giorno, in data 10 novembre 2020, la prima notizia trapelata sull’arresto del Professore, che il giornalista aveva già intervistato in gennaio 2020.  Scrive de Salvo: “La porta di casa sua è sempre rimasta aperta per tutti, non la chiudeva nemmeno a chiave affinché chiunque avesse bisogno di un parola di conforto, di un riparo per la notte, di qualcosa da mangiare o dei suoi insegnamenti non dovesse neppure chiedere il permesso. Ora però il cancello della sua abitazione che si affaccia sul piazzale del municipio di Airuno è sprangato.” 49)

 

Se la porta della casa del Professore era sempre aperta, giorno e notte, è verosimile che all’avvocato  sia stato impedito  l’accesso?  Quella storiella del Gilardi in mano ai musulmani che bloccano il suo accesso agli amici e parenti sembra  inventata di sana pianta.

 

Se temono per la salute del povero vecchio tutto solo in una grande casa, possono certamente liberarlo e lasciarlo andare a vivere nella casa bellissima che aveva donato lui stesso.   Lo sappiamo da un articolo sotto il titolo "C'è una casa adatta per accoglierlo. «Il professore...potrà essere ospitato nella casa di sua proprietà da lui donata alla signora che lha accudito da anni» e che gli cucinerà persino «i piatti che preferisce»." 43) Il Prof. Gilardi le aveva donato una bella grande casa di tre piani, e lei l’ha messa a disposizione del Professore. 6)  Ma quello avrebbe implicato la libertà e sopravvivenza del Gilardi.

 

 

LA DR. AGAZZI PORTA AL PROFESSORE UN RAGGIO DI SOLE NEL CARCERE

 

Sapevano che la visita dell'avvocato avrebbe fatto molto piacere al Gilardi, e per censurare le sue parole, vietarono la registrazione dell'incontro.  Però sappiamo che ciò che la Dr. Agazzi racconta è la verità--se non lo fosse, lo avrebbero già dimostrato con la registrazione che l'Istituto certamente fece.  Ecco il suo racconto:

 

"Carlo era felicissimo di vedermi...mi ha detto che lui vuol uscire, vuol tornare alla sua casa, alla sua campagna, a lavorare coi suoi animali...pensa di aver dimostrato di non esser scemo e quindi di aver ancore la capacità di decidere.  Gli ho raccontato di voi, delle Iene.  Non ci credeva. Ha detto, ‘No, ma non è possibile.’  Lui non sapeva nulla assolutamente... Anche di quello [della manifestazione] non sapeva nulla, non si aspettava tutto questo interessamento alla sua vicenda, che però lo faceva molto felice.  Appena uscirà, scriverà una lettera per ringraziare tutti, vorrà incontrare tutti.  Era incuriosito e divertito e mi ha detto, 'Dio che vergogna.' Gli ho detto, 'Carlo, ormai è famoso.' Non ci credeva.  Gli ho detto quello che ha fatto Bocelli per il suo compleanno, era felicissimo e ha detto che probabilmente, siccome lui ha fatto del bene in vita, adesso gli sta tornando il bene." 44)

 

Era ovvio, guardando la Dr. Silvia Agazzi, sorridente, appena uscita dalla sua prima e ultima visita, quanto era stato bello dare al prigioniero un segno che il suo vecchio mondo esisteva ancora.  Questa visita senza dubbio diede un pò di forza al Professore; ma questo, i Mandanti non vogliono.

 

 

LA DEPRESSIONE DEL PROF. GILARDI, NEL GENNAIO 2020

 

Il capodanno 2020, il Prof. Gilardi aveva scritto una lettera "Ai miei cari Concittadini" e la attaccò al cancello, in faccia al municipio.  Scriveva, "Sono diventato un essere inutile e aspetto solo il felice giorno del mio trapasso." 3)

 

Perché tale depressione? Gli facevano la vita difficile.  Era depresso perché non poteva più aiutare né se stesso né gli altri, come aveva sempre fatto, come seguace di San Francesco.  Perciò scriveva "Io mi vergogno di vivere.”  Diceva: "Io sono sempre soggetto alla volontà altrui, che mi manda a monte tutti miei piani."  L'avvocato di sostegno voleva comprargli scarpe nuove, cosa che al Gilardi non interessava.  Lui voleva spendere una minima parte del suo denaro per la campagna e per gli animali che teneva, per cose che all'avvocato non sembravano importanti.  45)

 

Lo spiega Brahim El Mazoury: "Sempre controllato, umiliato, come un bambino piccolino.”  É un multimilionario, ma non può più aiutare nessuno, neanche se stesso, non può neanche comprare un motocarro usato quando ne ha bisogno urgente.  Ecco qualche tipica telefonata, delle cento e più che gli toccava fare:                                                                             "Lei, che ne ha la facoltà, mi svincoli qualcosa del mio, io poi le dirò, le darò per filo e per segno dove ho speso i soldi, ma io aspetto proprio la sua comprensione."

"Mi sento vincolato in tutte le mie cose."

"Mi perdoni ancora se disturbo.  Sono ancora Carlo Gilardi.  Abbiamo bisogno del motocarro perché il fieno che abbiamo tagliato dobbiamo portarlo nel cascinale e la strada è parecchio." 46) 

 

Il Prof. Gilardi aveva sempre parlato con tanta umiltà che le sue padrone non si aspettavano ribellione da sua parte.

 

 

ANCORA IN VITA, IL PROFESSORE RIMANE UN PERICOLO PER I MANDANTI

 

Dopo il ritrovamento del Gilardi all’Istituto, i primi mesi difficili sono passati, e i Mandanti sono ancora indenni; ora sono certi di farcela, visto che i giornali nazionali non seguono la vicenda e visto che tutte le pubblicazioni locali si conformano alla volontà delle istituzioni.

 

La visita dell'avvocato era preoccupante: i Mandanti sanno che un vecchio prigioniero vive solo di speranza, e bisogna togliergliela per affrettarne il crollo.  I Mandanti sanno che se Gilardi dura fino a primavera, quando la pandemia esce dalla prima pagina, prima o poi un giornalista importante prenderà a cuore la storia del Gilardi.  Alfred Dreyfus, un ebreo francese, ufficiale di artiglieria falsamente accusato di spionaggio, sarebbe morto prigioniero all’Isola del Diavolo in Guyana, se non fosse arrivato lo scrittore Émile Zola;  fu Zola, che di un’ingiusta condanna, basata solo su falsificazione di documenti e su pregiudizio antisemita, scrivendo bene su un buon giornale, ne fece l'Affaire Dreyfus, che scosse il mondo politico francese per anni, dopo il 1895.

 

 

LA DEPRESSIONE DEL PROF. GILARDI, NEL GENNAIO 2021

                                          

Il 7 gennaio 2021, depresso, dopo tante false promesse di libertà per Natale o Capodanno, il prigioniero firma un pezzo di carta per la Dr. Barra: vuole silenzio e non vuole visite. Il Sindaco Alessandro Milani, accorre a Lecco a visitare il prigioniero, e racconta su www.primalecco.it che Gilardi "si è rivolto a noi volendo ribadire che non vuole in nessun modo che il suo nome compaia su giornali." 48)

 

È un chiaro abuso di un detenuto depresso: sotto l’odioso titolo " 'Adesso basta' Carlo Gilardi chiede solo silenzio,” Il Giorno presenta le volontà dei Mandanti come fossero le parole del Gilardi: "Il professor Carlo Gilardi mi ha manifestato tutto il proprio forte senso di disagio e di vergogna per tutto il clamore mediatico sollevato dalla sua vicenda personale. Pertanto gradirebbe che si facesse silenzio dora in poi... Riceve le comunicazioni che gli vengono inviate e decide autonomamente a chi quando e cosa rispondere, così come indica chi avrebbe piacere di incontrare."  47)

 

La prima volta che parlò coi cugini, sembrava felice di parlargli.  Ma ora non vuol né vederli, né parlargli. Come non vuol parlare alla signora che aveva lavorato per la sua famiglia per tanti anni, e a cui ha donato quella bella casa.

 

Devo però notare che Il Giorno era stato il primo a dare l’allarme sul Caso Gilardi, già il 10 novembre, con un onesto articolo di Daniele De Salvo, che scriveva:  Quale sia però la colpa che il professor Carlo Gilardi abbia commesso per essere condannato” alla solitudine di un gerontocomio non si sa. ‘Mi accontento di poco, mi basta soddisfare i bisogni dellanima, per il resto mi gratifico di rendermi disponibile verso gli altri -. ci aveva confidato a gennaio -. Aspetto solo che il buon Dio mi conceda la grazia di chiamarmi a sé’.” 49)

 

L'8 gennaio apprendiamo che il Prof. Gilardi ha "manifestato per iscritto al Giudice Tutelare la volontà di affidarsi a Lei affinché qualunque futura azione si svolga nel massimo silenzio possibile”, aggiungendo che si vergogna di subire il trauma della pubblicità”, ragione per la quale si è anche determinato a revocare lincarico alle Avvocatesse Agazzi, confermando la propria fiducia nelle Istituzioni, oltre che nei Responsabili e operatori della Struttura." 31)

 

Tale prosa della Dr. Barra, di stile prettamente staliniano, ci riporta alla pesante realtà in cui stiamo tutti entrando grazie alla pandemia--confrontatela con citazioni dalla stampa sovietica del tempi di Stalin, citate nell'Arcipelago Gulag di Solzenicyn, dove potreste leggere di prigionieri giulivi che cantano le lodi di Stalin, confermando la propria fiducia nel Partito, oltre che nei Responsabili e operatori della Struttura Gulag.”

 

Il detenuto, sottoposto a regime di isolamento, privato di contatto con avvocato, amici, e parenti, ha firmato ciò che era richiesto da lui, in una confessione simile in stile a certe famose confessioni, pubblicate a Mosca nel 1938.

 

 

LA DESIDERATA SOLUZIONE FINALE DEL PROBLEMA GILARDI

 

Verso il 1870, David Livingstone scrisse di una strana malattia che uccideva Africani catturati da razziatori arabi: diceva che i  prigionieri morivano rapidamente di crepacuore.

    

Nel maggio 2020, il Gilardi ordinò una perizia dal Centro di Psicologia Clinica di Bergamo, nella quale leggiamo: "Oggi, per mille ragioni, alcune forse estranee e non note alla Consulenza in corso, si sta procedendo nella direzione di una deprivazione di ciò che per il signor Gilardi è la più importante ragione di vita... La disperazione manifestata dal signor Gilardi all'ipotesi dell'istituzionalizzazione, lo ha condotto più volte a dichiarare di non voler più vivere... L'istituzionalizzazione... potrebbe danneggiare davvero la condizione psichica dell'interessato, trovandosi così deprivato di ogni significato esistenziale. Nella sua pregressa e attuale dimensione esistenziale, insignita di generosità e disponibilità, si propone come persona desiderosa di vita, di racconti, e di emozioni."  50) 13)

 

Forse tale perizia perde valore, visto che Brahim guidava l'auto che portò il Professore dallo psicologo?  Stranamente, scrivono che tale perizia fu ”commissionata proprio dal marocchino sul professore." 9)    

                                            

La Dr. Lanfranconi, avvocato di sostegno per il Gilardi dal 2017 a settembre 2020, non faceva nulla per Carlo, ma forse non era veramente malvagia come altri; e a volte sentiva pietà per il suo tutelato prigioniero.  Un giorno sentiva compassione per lui e lo avvertì del complotto in corso: “C'è chi ha ritenuto che lei dovesse andare in una casa di riposo…c’è gente che la vorrebbe chiusa in un ricovero...”  Poi, rivolgendosi presumibilmente a El Mazoury, diceva: “Lui sta meglio nel suo campo a far fatica che in una casa di riposo.  Mettere il Sig. Carlo in una casa di riposo anche bellissima dove mangia benissimo, è pulito benissimo, vuol dire ammazzarlo." 51)

 

Ne parla lo stesso Gilardi:

Gilardi: "Io le dico una parola sola, voglio la libertà. Mi sono trovato in una condizione di depressione morale e son tre anni che mi sento depresso moralmente"

Lanfranconi: "Eh, lo so."

Gilardi: "Desideravo morire con il coronavirus, sono andato vicino a persone che erano infette..."

Lanfranconi: "Non me la dica questa cosa"

Gilardi: "E mi è andato male, non sono crepato e devo campare ancora purtroppo, sotto le grinfie degli avvocati!" 52) 

 

Ne parla Brahim El Mazoury: ”Diceva, Se non vengo fuori di qua, il fiume è vicino."

 

Altri ne parlano.  Ecco la Nina Palmieri con il geometra Bonfanti:

"Ci hanno raccontato che voleva suicidarsi."

"Vero, vero! Lo ha detto anche a me che si buttava dal ponte di Brivio.  E vabbè." 39)

 

Sapevano tutti che il Professore non avrebbe tollerato bene la prigionia.  La disperazione del Gilardi si sente nelle parole che ci raggiungono grazie a un segnalatore di illeciti che vuole aiutarlo a ritornare in libertà prima che sia troppo tardi: "Fisicamente sto benone, ma sono un povero diavolo."  La sua voce è incerta ed è cambiata.  53)

 

La nostra coscienza sarà meno a a disagio se crediamo alla storia del grato e giulivo detenuto che finalmente si "sta adattando alla vita comunitaria" e "trae beneficio dall’attività motoria." 28) È tollerabile, in un paese civile e libero, che si possa scrivere sui giornali delle gioie della vita di un carcerato che vive i suoi ultimi giorni lontano da amici, casa, campagna, e animali, condannato a reclusione a vita per aver espresso lagnanze per la scomparsa di denaro affidato ai suoi tutori?   Ma gli offrono “attività motoria.”  Nel cortile del carcere, avanti e indietro?                                 

 

Il 22 dicembre, quando il giudice, per la prima ed ultima volta, permette alla Dr. Silvia Agazzi di vedere il suo cliente, lei osserva un ulteriore successo per i Mandanti:

Palmieri: ”E fisicamente, come ti è sembrato?”

Agazzi: “Un pò provato.  Aveva il bastone, non lo ricordavo col bastone, mi è sembrato un pò dimagrito.” 54)  Sarà una questione di mesi, non di anni, e potranno presto tirar fuori dal cassetto quel testamento.    

 

 

 IN TEMPORE PESTIS, UNA FACILE DERIVA TOTALITARIA

Caron non ti crucciare

Vuolsi così colà dove si puote ciò che 

si vuole, e più non dimandare. 

                                                   (Inferno, III, 94-96)

 

In periodi di emergenza nazionale, le cose cambiano, come pure la legge.  Ecco l’istanza che l’avvocato di sostegno preparò nel 2019 per la firma del Giudice Tutelare Marta Paganini per

a) ordinare un A.S.O.,

b) ordinare la conclusione cui arriverà il medico;   

c) ordinare il "ricovero del Signor GILARDI  a tempo indeterminato."  55)

 

La visita medica che l'A.S.O. prevede, non ha ancora avuto luogo, ma il Giudice Tutelare è a conoscenza delle conclusioni cui giungerà il medico, e agisce sulla base di tale conoscenza.  

 

Il che ricorda un noto evento storico:

Che i giurati ponderino il loro verdetto," ripeté il Re.

"No, no!" disse la Regina. "Prima la sentenza — poi il verdetto.” 

Ma che sciocchezze!” esclamò Alice. Che idea d'aver prima la sentenza!” 

"Silenzio!" gridò la Regina.   56)

 

A questo riguardo, il Dr. Antonio Lora, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco, notava nel 2015 che "oggigiorno il ricovero coatto di tipo sanitario è determinato dal quadro clinico della persona: viene così separato il problema di salute (mentale) dal comportamento, seppur deviante o con risvolti penalmente rilevanti. Non si può – in altre parole – sottoporre a T.S.O. un soggetto soltanto perché 'molesto'.”   7)                      

 

Il Prof. Gilardi, col suo esposto alla Procura, si era reso estremamente molesto.  E ciò che forse non si poteva fare nel 2015, nel 2020 si puote; la gente tollera tanto, in tempore pestis.

 

La Legge 13 maggio 1978, n. 180, aveva imposto limiti; degenza ospedaliera obbligatoria era prevista "solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici."  La Nuova Dispensazione dal Giudice Tutelare Marta Paganini semplicemente annulla le garanzia della legge e accetta, come condizione per autorizzare arresto e detenzione, il consenso di una commissione che include Medico, Sindaco, Avvocato di Sostegno, e Consulente Tecnico d’Ufficio, che prepara una perizia di predetenzione per il Giudice; lo chiameremo il Tecnico, ed è uno psichiatra.  

 

Sembra che non vi sia l’obbligo, per i quattro commissari, di parlare col tutelato prima di ordinarne l’arresto.  In questo caso, non sappiamo neanche se e per quanti minuti, l’avvocato Barra, il Tecnico, il Sindaco e il Medico parlarono col Gilardi per esporgli le loro preoccupazioni o richieste.  Tutto chiaro? Alles klar, Herr Kommissar!  

 

Quando tutte le carte sono firmate, ti arriva la polizia in casa, e si va al manicomio per accertamenti.  Lo psichiatra al manicomio ti riceve e ti offre un caffè.  Dopo qualche giorno, dice, "Non vedo alcun problema, scusi il disturbo" e ti apre la porta, “Arrivederci e grazie!”   Ma lì aspetta il Direttore della RSA con in mano l’Istanza del Giudice.  Ti offre un caffè, e lì rimani “fino a fin di vita”—a meno che non arriva la bella Nina Palmieri.  Quindi, se sei vecchio e hai abbastanza denaro da renderti interessante a persone importanti, non è la Legge che ti protegge più, è solo la Nina.  

 

 

LA PERIZIA DEL TECNICO 

             

La perizia del Tecnico può esser letta alla terza pagina del Decreto del Tribunale di Lecco, Sezione Seconda, firmato il  29/12/2020 dalla dr.ssa Marta Paganini.  Il Tecnico spiega che “il quadro clinico del Sig. Gilardi è compatibile con un Disturbo di Personalità Tratto-Specifico (diagnosi derivata dal DSM-V Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) caratterizzato dalla presenza di importanti aspetti del disturbo di personalità ossessivo-compulsivo e di quello schizoide.” 65)

 

Benissimo.  Allora bisogna consultare il DSM-V: 

I pazienti con disturbo schizoide di personalità sembrano non avere alcun desiderio di relazioni strette con altre persone, inclusi i parenti. Non hanno amici stretti o confidenti, fatta eccezione a volte per un parente di primo grado. Raramente hanno frequentazioni e spesso non si sposano. Essi preferiscono essere soli, scegliendo attività e hobby che non richiedono l'interazione con gli altri (p. es., giochi per computer). L'attività sessuale con altri è di poco, se c'è, interesse. Sembrano anche provare meno piacere da esperienze sensoriali e fisiche (p. es., camminando sulla spiaggia). Questi pazienti non sembrano essere disturbati da ciò che gli altri pensano di loro, se buono o cattivo. Poiché non si accorgono di normali indizi di interazione sociale, possono sembrare socialmente inetti, in disparte, o egocentrici. Raramente reagiscono (p. es., sorridendo o annuendo) o mostrano emozione in situazioni sociali. Hanno difficoltà ad esprimere la rabbia, anche quando sono provocati. Essi non reagiscono in modo adeguato ad importanti eventi della vita e possono sembrare passivi in risposta ai cambiamenti nelle situazioni. Come risultato, essi possono sembrare non avere orientamento nella loro vita. Raramente, quando questi pazienti provano tranquillamente a rivelarsi, ammettono di sentire dolore, soprattutto nelle interazioni sociali.64)

Una buona descrizione del Prof. Gilardi? Non direi.  E l‘altra diagnosi, quella del disturbo di personalità ossessivo-compulsivo?  Per giustificare tale diagnosi, il DSM-V richiede almeno 4 dei tratti seguenti:

 

Preoccupazione per dettagli, regole, programmi, organizzazione ed elenchi
Sforzo di fare qualcosa di perfetto che interferisce con il completamento del compito
Eccessiva devozione verso il lavoro e la produttività (non a causa di necessità finanziarie), con conseguente abbandono delle attività per il tempo libero e per gli amici
Eccessiva coscienziosità, meticolosità e inflessibilità per quanto riguarda le questioni ed i valori etici e morali
Mancanza di volontà di buttare oggetti usurati o senza valore, anche quelli che non hanno valore sentimentale
Riluttanza a delegare o a lavorare con altre persone a meno che queste persone non decidano di fare le cose esattamente come i pazienti vogliono
Un approccio avaro nello spendere per se stessi e per gli altri perché vedono il denaro come qualcosa da conservare per futuri disastri

         Rigidità e testardaggine 64)

 

È assurdo pensare che tale sia la personalità del Prof. Gilardi.  È pure assurdo pensare che “rigidità e testardaggine” siano buone scuse per ricovero al manicomio.  E se il Dr. Messina menzionò la perizia del Tecnico sul suo modulo per l’A.S.O., poteva aver letto la perizia senza notare che era campata in aria?  O non l’ha letta?

 

Ma c’è nella perizia un paragrafo importante: A tutto ciò si aggiunge la presenza di aspetti subclinici di stampo depressivo a rischio di evoluzione peggiorativa meritevoli di attento monitoraggio per il rischio anticonservativo intrinseco.”  65) Traduzione: “Guardatelo a vista, sennò quello si impicca.”  Leggere la perizia ricorda questa scena:

 

“Sapete voi quanti siano gl’impedimenti dirimenti?”

“Che vuol ch’io sappia d’impedimenti?”

Error, conditio, votum, cognatio, crimen,

Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas,

Si sis affinis,...”

cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.

“Si piglia gioco di me?” interruppe il giovine. “Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?

                                                                                     Promessi Sposi Capitolo II

 

 

QUEL QUADRO PATOLOGICO FRANCESCANO 

 

La Dr. Paganini, nel suo decreto del 29 dicembre, presenta una pagina della perizia del Tecnico—il resto rimane segreto, per riguardo alla privacy del povero prigioniero, o forse per timore di incorrere nel ridicolo.  Il Tecnico della Dr. Paganini è un Don Abbondio, andato a scuola a imparare abbastanza latinorum di gergo psichiatrico da far arrestare ogni vegetariano in città sotto l’accusa di “pensiero rigido e ossessivo”. 65)  Però, alla richiesta di argomenti per legittimare l’arresto del Gilardi, il Tecnico non provvede altro che menzione di comunissimi disturbi di personalità che vuol attribuire a colui che lo psichiatra chiama il “periziato.”  Non vi si legge un dettaglio sulla sua incapacità di intendere e di volere o un commento sull’idea di sbattere il vecchio in ospizio.  

 

Ma i disturbi di personalità sono ciò che separa i comuni mortali dagli angeli.  Nessuno è immune da disturbi di personalità.

La perizia è scritta in latinorum, tanto da richiedere traduzione, e i giornalisti che la videro l’interpretano così: “Il voler seguire rigidamente la regola francescana" crea “pericolo e pregiudizio per la sua salute e il suo benessere psicofisico” e risulta in un "quadro patologico... tanto da necessitare... l'inserimento in un ambiente protetto." 9) 28)  

                      Un quadro patologico francescano?  Di fronte a una tale perizia, il primo doveroso sospetto è che si tratti della burla di un finto psichiatra, anche se lodata dal Giudice come “approfondita e scrupolosa.”  Se il Tecnico risulta sia un vero psichiatra, quello è una minaccia a ogni anziano o giovane che segua una pratica religiosa o tenga capre.  Ci manderebbe tutti in SPDC—o perché no in Siberia?

 

 

UNA NUOVA ISTITUZIONE: LA RSA DI CLAUSURA 

                                

Sotto Stalin, prima della guerra, seguire un’osservanza religiosa poteva farti scomparire, ma già sotto Leonid Brežnjev, negli anni 60 e 70, c’era stato progresso, e dovevi essere un vero attivista per rischiare di esser punito al manicomio.  Chiaramente, le accuse presentate nell’esposto del Professore fecero di lui un dissidente, pericoloso per l'ordine costituito in generale e per alcuni legali in particolare.  Ma abbiamo progredito tanto, dai bei tempi di Leonid Brežnjev, così che un dissidente di tendenze francescane è rinchiuso al manicomio solo a breve termine, per poi essere inserito in RSA fino a fin di vita.

 

Il problema è che gli attori in questa vicenda temono un Gilardi in libertà, e lui si sta già indebolendo.  Per la Corte dei Diritti dell'Uomo, non c'è tempo; il prigioniero probabilmente crollerà prima che il suo caso arrivi a Strasburgo.

 

Qui si presentano questioni da risolvere con urgenza, e subito, prima della morte del Professore:

Sulla base di quale legge l'Istituto negò telefonate ad avvocato, amici e parenti dal SPDC?

Sulla base di quale legge l'Istituto, come SPDC, negò al Gilardi l'accesso alla posta?

Sulla base di quale legge fu effettuato il trasferimento coatto del Gilardi da SPDC a RSA?

Sulla base di quale legge l'Istituto, come RSA, negò al Gilardi accesso alla posta?

Sulla base di quale legge l'Istituto tuttora nega "il diritto di comunicare con chi [il paziente] ritenga opportuno?"

Sulla base di quale legge l'Istituto impose censura postale al Gilardi?

Sulla base di quale legge è il Gilardi detenuto in RSA contro la sua dichiarata volontà?

È l'Istituto soggetto alla Legge 13 maggio 1978, n. 180, o ne è esente?

Se l'Istituto come RSA è esente, è accettabile che possano toglierci ogni diritto che avevamo in SPDC cambiando il nome sulla porta da SPDC a RSA?

È accettabile che, con la scusa di obbedienza a un giudice, un istituto che si descrive come “ispirato ai valori della carità cristiana” possa trasmutarsi in carcere segreto privato?

 

Finora, la Legge 13 maggio 1978, n. 180, dava a giovani e vecchi protezione dall'essere rinchiusi al manicomio senza serio motivo.  Ma, oggi, con la Nuova Dispensazione della Dr. Paganini, basta la denuncia di un parente e un Giudice Tutelare per imporre tutela senza processo.  A tal punto, basta coordinamento tra Sindaco, Medico, Giudice e Tecnico, e ogni tutelato può essere inviato senza processo al manicomio.  

 

Questo crea grandi opportunità per mantenere l’ordine pubblico in tempi di crisi.  Così eviteremo il costo e l’imbarazzo di spiacevoli pubbliche discussioni e complicate procedure giudiziarie.  Non c’è metodo così pratico ed efficiente, contro scienziati che dimostrano che 5000 IU di vitamina D/die proteggono dalle infezioni respiratorie.  O contro medici che dicono che la medicina antiparassitaria ivermectina cura il Covid-19 in tre giorni se presa appena i sintomi appaiono.

 

 

IL TRUCCO DEL CARDIOLOGO

 

Ad Airuno, c'era un problema: Gilardi aveva amici, era popolare; il suo arresto avrebbe fatto scalpore.  I Mandanti erano preoccupati.  “E se il vecchio scappa e grida aiuto, cosa si fa?  E se un vicino fa un video, e lo manda in televisione? “  Allora pensarono a un altro trucco: se gli viene interdetto di vivere ad Airuno, dicendo che le sue case sono "inadeguate", certo andrà a stare in casa del suo assistente Brahim El Mazoury, che vive a Brivio.  Ma lì nessuno conosce il Gilardi e si può catturarlo senza far chiasso.  E così fu.

 

La Dr. Barra, arrivata con seguito e scorta in casa El Mazoury, disse al Gilardi che doveva andare dal cardiologo; il Prof. Gilardi comprese che quest'era un inganno.  Vi fu una discussione, registrata da Brahim El Mazoury, estratti della quale possiamo udire sul programma de Le Iene del 17 novembre 2020, al momento indicato sui fotogrammi seguenti.

 

Avv. Barra: “Lei adesso deve venire con noi e dobbiamo fare due accertamenti medici.  

Carlo: “Quale medico?”

Avv. Barra: “Deve fare una visita da un cardiologo deve farsi vedere.” 57)

Carlo: “Io in casa di riposo non ci vado.”

Avv. Barra: “Bisogna farle fare due accertamenti medici.”

Carlo: “Io in casa di riposo non ci vado.  Se mi dovete portar via mi dovete mettere le manette

Sennò io non vengo.  Con le manette ubbidisco alle forze di legge.”

Reati contro la legge italiana non credo di averne commessi.  Io voglio la mia libertà che mi avete sottratto!”

Avv. Barra: “Ma noi non ci muoviamo di qui finché lei non viene con noi.”

Carlo: “Mi dia un modo di parlare con la signora giudice.”

Avv. Barra: “Sicuramente, ma lei adesso deve venire con noi.” 58)

 

Al minuto 00.08.55, la Dr. Barra fa una telefonata a qualcuno, ed è chiaro che la Dr. Barra sta ordinando il T.S.O., Trattamento Sanitario Obbligatorio:

Avv. Barra: “Conviene fare con l’ambulanza perché eh…”

Ambulanza: “OK, allora vado ad organizzare.”

Avv. Barra: “Sì, grazie.”                                     58)

A quel punto, Gilardi razionalmente decide che è meglio arrivare in ospizio conscio, piuttosto che inconscio; secondo il racconto di Brahim El Mazoury, "l'han preso, un da destra e un da sinistra e l'han portato giù dalle scale.”  5) 

 

 

UN'IMPROBABILE CONVERSIONE CON DUE VERSIONI UFFICIALI  

 

La Dr. Barra rilasciò un comunicato, in cui dice, "Contesto fermamente che sia stato portato via con la forza... in realtà il Prof. Gilardi si è convinto a venire con noi."   25)                                                                                                

 

La Dr. Marta Paganini conferma che "non si è trattato di un ricovero forzoso...Carlo Gilardi si è volontariamente determinato a seguire l’amministratore di sostegno."  28)                                                                                                   

 

I due dottori in legge concordano, ma offrono due differenti narrazioni sul come il Prof. Gilardi passò dal grido "Io rivoglio la mia libertà" a serena accettazione della prigionia.

 

La versione della Dr. Barra è radicale e semplice: "Hanno tagliato. Manca la parte in cui il signor Gilardi sceglie e decide di venire con noi."  Quindi la conversione ebbe luogo in casa El Mazoury, prima di scendere le scale. 26)

 

La versione della Dr. Paganini è più complicata e presenta un evento che ebbe luogo "in due momenti. Il primo - evidentemente quello videoregistrato da Brahim - in cui a rendere concitata la situazione sarebbe stato l'atteggiamento del magrebino stesso; il secondo quando l'avvocato Barra ha avuto la possibilità di interloquire serenamente con il suo assistito."  9)  Visto che Brahim causava il conflitto, la conversione non poteva aver luogo in presenza di Brahim.

 

Quindi, secondo la Dr. Paganini, dopo il grido "Io voglio la mia libertà!" e dopo la discesa giù per le scale, preso da un carabiniere a destra e da uno a sinistra, ma prima dell'arrivo al manicomio, l'avvocato Barra ebbe una serena chiacchierata col Gilardi, che a quel punto decise di seguirla giulivo, verso una felice vita nuova.   La conversione ebbe luogo per strada o su uno dei mezzi che facevano parte del convoglio mandato a catturare il Gilardi.                                             

 

Rimane il fatto che abbiamo due opposti resoconti della conversione del pericoloso ribelle.  Ambedue le visioni dell'evento non possono essere vere; almeno una deve essere falsa.  Qualcuno mentiva.

 

 

UNA CONVERSIONE DI BREVISSIMA DURATA

 

Il Prof. Gilardi, il giorno di Pasqua 2020, aveva cominciato a mandare messaggi contro i parassiti legali che gli rendevano la vita difficile.  Merita ascoltarlo, chiaro di mente e spiritoso, sul programma Le Iene del 15 dicembre.  Sta mandando un messaggio di buona Pasqua, probabilmente all'avvocato di sostegno, la Dr. Adriana Lanfranconi:                                                                                                                                                                                                           Buongiorno, Signora, tanti buoni auguri di Pasqua a lei e ai familiari, e tanta serenità e buona salute, Mentre per altre tre persone io auspico il contrario: il Signor Geometra Bonfanti, quella mia ex sorella, e la Martaccia che non mi concede quello che deve, lasciandomi nella miseria nera.  A costoro, auguro ogni male.  Comunque, essendo Pasqua, mi comporto da cristiano, e perdono anche a loro.  Grazie, e tante buone cose." 59)

 

Questo libero, autonomo e piacevole novantenne, quantunque minacciato con l’ergastolo, ancora cerca di mantenere il suo buon umore.  Per evitare la condanna, si presenta a una perizia, prende un avvocato, accusa malversazione, accusa giudici e avvocati di volerlo ricoverare "per beneficiare dei miei risparmi senza che io possa oppormi."  Gridando, "Io voglio la mia libertà, questo io voglio," sotto minaccia di T.S.O., sceglie di rimanere consapevole, e scende le scale a braccetto coi carabinieri. 5)  42)

 

Tale evento aveva tutte le sembianze di un arresto; fino a quest’oggi, non resistere all’arresto e andare coi carabinieri in una casa di reclusione non implicava libera scelta.  Ma con la pandemia, tante cose impensabili son divenute normali e lecite. Secondo la Dr. Barra, prima di venir giù per le scale, vi fu un bellissimo momento, forse un abbraccio materno, così dolce da far zittire perfino il diabolico Brahim… e il povero vecchio si rese conto della saggezza e bontà dell'avvocato e accettò il suo dono di pace e gioia.  Ma quel dolce momento della conversione “l’hanno tagliato. Manca la parte in cui il signor Gilardi sceglie e decide di venire con noi." 26) Il Gilardi ora è convertito, non grida più per la sua libertà, ma lieto pigola, nascosto sotto l'ala protettiva di colei che, fino a un minuto prima, lui temeva come un'arpia.  

 

Mezz'ora dopo, all’Istituto, il Gilardi rinnega la conversione e rifiuta il ricovero.   Ora abbiamo un'altra scelta da fare:                                                              

a) il Gilardi ha rinnegato la sua conversione;                                                              

b) il Gilardi non aveva nulla da rinnegare, non c’era stata conversione come non c’era visita al cardiologo.

 

Il fatto che la Dr. Barra abbia detto la verità quando disse "da un cardiologo deve farsi vedere" e il fatto che qualcuno abbia ordinato a direttore ed impiegati dell'Istituto di mentire, indica la necessità di richiedere solida evidenza prima di prendere sul serio qualsiasi affermazione degli attori istituzionali in questo dramma.                                         

 

Non c'è una persona in autorità, in questa tragica vicenda, che sia stata capace di astenersi dall'inganno o dal falso, nessuno, ad eccezione del geometra Bonfanti e dei Carabinieri, che hanno presentato un documento che, per lo meno nelle parti già pubblicate, non dice il falso 14) né conferma la piacevole fantasia presentata dalla Dr. Barra.

 

 

IL PENSIERO TOTALITARIO

 

La gente al potere vive in un suo proprio mondo esclusivo, in cui le normali regole della società civile non sono applicabili.  Hanno creato una prigione privata e segreta, ed esprimono indignazione per “il gravissimo reato di violazione della privacy” commesso dai segnalatori di reato che rivelarono l’identità del prigioniero illegalmente detenuto.  Hanno presentato in Procura denuncia contro ignoti, e vogliono indagini contro i segnalatori di reato.  60)       La gravità del problema sta nel fatto che i comandanti del carcere si sentono davvero offesi, qualcuno non mostra debito rispetto per la loro posizione, che loro sembrano insistere sia al di sopra della legge.  E l’amministratore di sostegno che ha organizzato l’arresto e scomparsa al manicomio di un illustre cittadino, minaccia di appellarsi al Garante della Privacy!?  31)   Ma dove finiremo se non diamo debito sostegno ai crimini di stato?

 

Se sei a Mosca nel 1949 e viene il tuo caro amico Boris che ti dice "siamo invitati da Ekaterina per cena," e tu vai giù con lui e un taxi c’è già… ma quello si ferma alla porta della Lubyanka, e la porta si apre—ti aspettavano.  Non diresti che il tuo caro amico Boris era polizia politica e ti aveva ingannato?  La Lubyanka era un luogo dal quale i non addetti ai lavori uscivano o con un piccolo buco in testa o in catene.

 

Ma il Giudice Tutelare, nella sua decisione del 29 dicembre, scrive: "Nemmeno risulta corrispondente al vero il fatto che il ricovero in RSA sarebbe avvenuto 'con linganno'. " 28)

 

Hannah Arendt spiega come il pensiero totalitario sia caratterizzato da "estremo disprezzo dei fatti."  

 

Se, al grido "Io voglio la mia libertà!” il detenuto esce di casa a braccetto coi carabinieri ed è sua libera scelta…

Se dire "andiamo dal cardiologo" quando andiamo al manicomio non è inganno…

è chiaro che stiamo entrando in un mondo in cui le autorità statali hanno il potere di alterare la lingua a volontà e di correggere i fatti.  A tal punto, giova riconoscere che stiamo entrando in un mondo già descritto da George Orwell nel romanzo 1984.  

 

 

RAZZIE PER SCHIAVI, IERI E OGGI

 

Esiste in Europa una tendenza ad imitare ed osservare servilmente le mode, i memi e i certi concetti di progresso popolari negli Stati Uniti, da musica a leggi a sistemi elettorali a mode e feste, quali Halloween.  Tale mania, che chiamerei imitatio Americae, ora sta portando all'Europa un sistema che imita il sistema della guardianship che ha schiavizzato tanti anziani.

 

In vari stati americani, una lettera a un giudice è sufficiente; basta che una cugina scriva a un giudice che tua madre ancora vive a casa sua, e che potrebbe cadere.  Tu spieghi al giudice che tua madre vuol continuare  a vivere a casa sua, che tu vivi vicino e visiti ogni giorno, ma non importa.  Il giudice nomina un amico avvocato, che prende i risparmi di tua madre, la sbatte all'ospizio di un altro amico, e ne svende la casa a un terzo amico con 50% di sconto.  Questo è divenuto un efficiente sistema di trasferimento di ricchezza dagli anziani all'avvocatura e alla magistratura.  Ne scrive https://stopguardianabuse.org.

 

Nei secoli scorsi, nei Balcani, sul Mar Nero e sul Mediterraneo, si facevano razzie per catturare schiavi da vendere sui mercati di molte città, come Venezia fino al 1500 o Algeri fino al 1830.  C'è una differenza tra quei tempi e i nostri: nei secoli passati, l'obbiettivo delle razzie erano corpi giovani da vendere o da far riscattare se ricchi.  Nel nostro secolo, i predoni sono dottori in legge e vogliono corpi stanchi ma proprietari di case; vogliono schiavi da rinchiudere all’ospizio per produrre profitti per avvocati, giudici, e case di riposo.  

 

Le autorità e i media ci chiedono di sospendere l'incredulità e di ascoltare giulivi la favola di Carlo Gilardi detenuto modello, che vuole essere rinchiuso e protetto dalle visite di parenti, amici e avvocato.  Il detenuto modello non vuole più vedere i suoi conti in banca.  Ora, "le grinfie degli avvocati" gli danno una piacevole sensazione di protezione; sente rispetto e affezione per gli avvocati, che lui ben sa vogliono liberarlo al più presto.  

                                                         

Ma qui non siamo di fronte a un palcoscenico, questo non è il teatro dell'assurdo, questo non è Aspettando Godot, i Mandanti non stanno "lavorando in sinergia affinché Carlo possa tornare al più presto a casa," non sentono verso il Prof. Gilardi "calorosa vicinanza”, lo vogliono morto. 61) 48)   

 

I Mandanti sanno che la reclusione  è il metodo migliore per affrettare la morte del Prof. Gilardi e vogliono tirare dal cassetto quel testamento, domani, se non oggi.  Non possiamo pretendere di non capire, di non vedere quest'atrocità commessa di fronte ai nostri occhi. Non possiamo ignorare questo evidente e tragico esempio di un nuovo schiavismo, che toglie la libertà agli anziani resi deboli da beghe di famiglia.

 

Il presente esposto ha lo scopo di porre all’attenzione di questo Ecc.mo Procuratore della Repubblica accadimenti che riguardano vicende pubbliche di grande rilievo e che devono interessare ogni italiano anziano, e forse pure i meno anziani, affinché vengano effettuate le opportune indagini e venga valutata la sussistenza di eventuali profili di responsabilità penale di specifici fatti dedotti.

Per quanto sopra esposto e motivato il sottoscritto Matteo BOJANOVICH, come sopra identificato;

 

C H I E D E

 

che l’Ecc.ma Procura della Repubblica di Lecco voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti.

Il sottoscritto chiede infine di essere avvisato ex-art. 406 c.p.p. in caso di richiesta di proroga delle indagini preliminari ed ex-art. 408 c.p.p. in caso di richiesta di archiviazione.

Eleggo domicilio ai fini della presente procedura presso l’avv. Pierumberto Starace, con studio in Trieste, via Marconi n.6, inoltre delego il medesimo avvocato al deposito del presente esposto.

 

Trieste, 9 marzo 2021

 

(Matteo Bojanovich)

 

 

 

 

Per autentica della firma dell’esponente ed accettazione della domiciliazione:

(avv. Pierumberto Starace)